La prima frase rivolta da Maria Antonietta a Madame du Barry

la prima frase rivolta da Maria Antonietta a Madame du Barry

Il primo giorno del 1772 Versailles brulica di persone venute a porgere gli auguri per il nuovo anno al sovrano e alla famiglia reale. Una dopo l'altra compaiono le dame di corte, che sprofondano in una riverenza davanti a Maria Antonietta

mentre la fila avanza in ordine gerarchico, l'eccitazione che già serpeggia nell'aria aumenta, tutti si scambiano occhiate e ammiccamenti, il brusio sale di tono per poi abbassarsi qualche secondo e ricominciare. Arriva il turno della duchessa d'Aiguillon, moglie del ministro degli esteri, accompagnata da una bella signora piuttosto appariscente. Entrambe seguono l'inchino previsto dall'etichetta, sbirciando di spiego il volto della delfina. Lei dice qualche frase di circostanza alla duchessa, poi volge appena il capo verso l'altra e, con area distratta, proferisce:

Il y a bien du monde aujourd'hui à Versailles (C'è molta gente, oggi, a Versailles). Un fulmine caduto sul tetto non avrebbe provocato maggior rumore di quelle poche, asciutte e insignificanti sillabe.  La dama a cui si è rivolta Maria Antonietta sorride, radiosa; i suoi grandi occhi azzurri brillano come i troppi diamanti di cui è adorna. Se lei è contenta, altrettanto lo sarà il suo regale amante, Luigi XV. Finalmente la delfina si è degnata di rivolgere la parola alla Contessa du Barry, che attendeva da mesi quel momento. Meno soddisfatta, invece, è proprio colei che gli che si è piegata, assai di malavoglia, al saluto e fa sapere all'ambasciatore Mercy (poi alla madre Maria Teresa d'Austria, scriverà parole analoghe), accorso per congratularsi e ringraziarla:


Le ho parlato una volta, ma sono ben decisa a fermarmi qui. Quella donna non udirà mai più il suono della mia voce

ANTEFATTO

La battaglia contro la favorita del re, definita in una lettera "stupida e impertinente creatura", e un preludio indicativo. Quello scontro pretestuoso si protrae quasi due anni. Senza un motivo serio, se non la competizione fra due prime donne e i loro clan, nonché il fastidio di dover lei, la delfina, riconoscere quella che considera "una prostituta".

Madame du Barry è considerata dalla delfina, una popolana che adora esibire autorevolezza e potere. Maria Antonietta si fa sempre più irridente, fingendo di non vederla di fronte alla corte riunita a pranzi, feste, balli, recite. Dato che una dama di rango inferiore non può parlare per prima a una di rango superiore, la du Barry spasima per ricevere una parola, ma deve tacere.

Madame Du Barry - Elisabeth Vigee Le Brun, 1780 Madame Du Barry - Elisabeth Vigee Le Brun, 1780

Il palese legame con una donna di 30 anni più giovane di lui, che si diceva venisse dal marciapiede, sconvolse profondamente Maria Antonietta. Quel nonno elegante che all'inizio l'aveva affascinata, le suscitava adesso sensazione di vergogna e disgusto. 

Evitava di incontrarlo e in sua presenza manifestava un certo imbarazzo. La Delfina, abituata a vivere in una società dove la minima trasgressione alla morale veniva punita col rigore, giudicava severamente il re.

"E' spregevole questa debolezza che ha per Madame du Barry, che è una creatura stupidissima e quanto mai impertinente" scrisse sconvolta a sua madre, che aveva evitato accuratamente di affrontare con lei un argomento così sconveniente.

Adorata da Luigi XV, Madame du Barry regnava a corte ed era responsabile dell'organizzazione di tutte le feste. Era anche incaricata della supervisione dei restauri realizzati alla Reggia. Perciò, quando la Delfina volle che venissero apportati miglioramenti al suo appartamento, le sue richieste vennero esaminate attentamente dall' onnipotente contessa. 

Quando il re di Svezia giunse in visita a Versailles, trascorse molto più tempo con lei che con la Delfina. La gente attendeva pazientemente nell'anticamera della contessa per chiederle favori e il sovrano non esitava a ricevere i ministri negli appartamenti della Favorita. Sembrava avere usurpato il ruolo di regina, che apparteneva di diritto alla giovane Delfina. 

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Intanto continuava la piccola guerra tra la Delfina e l'amante del re. Maria Antonietta non perdeva mai un'occasione per denigrare Madame du Barry e mostrarle tutto il peso del suo disprezzo. Tutto ciò irritava il re. "a Madama la Delfina vengono dati cattivi consigli" sospirava.

Di sicuro quelle cattiverie giungevano inopportune: Maria Antonietta infastidiva Luigi XV proprio nel momento in cui sua madre confidava in lei. In effetti, l'imperatrice aveva bisogno della benevola neutralità della Francia, dato che si stava preparando a spartirsi la Polonia con la Prussia e la Russia.

Per la sovrana austriaca, il fatto che la Delfina osasse irritare Luigi XV in quelle circostanze equivaleva più o meno a un alto tradimento. Per quanto Mercy rimproverasse la giovane e Maria Teresa si arrabbiasse a Vienna, Madame la Delfina rimaneva inflessibile. 

Non voleva chiedere udienza al re e rifiutava di scambiare qualche parola innocua con Madame du Barry per fare calmare le acque. 

Abbassarsi a parlare con la donna che aveva sfidato per mesi le sembrava il massimo dell'umiliazione. 

Tuttavia, piegata dalla ramanzina della madre e dagli aspri rimproveri di Mercy, che l'aveva informata del fatto che la sua ostinazione stava mettendo in pericolo l'alleanza, la Delfina si arrese.

Informata dall'ambasciatore Mercy dello screzio tra le due donne, in una lettera, Maria Teresa d'Austria, madre di Maria Antonietta scrive alla figlia: mancare di riguardo a una persona che il re ha accettato o ammesso alla sua compagnia vuol dire mancare di riguardi a lui stesso [...]. In quelle persone non si deve vedere altro, se non il fatto che sono state giudicate degne della confidenza del sovrano, e non è ammissibile permettersi di decidere se ciò è giusto o sbagliato: bisogna rispettare i voleri del re

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