e anche i robusti pilastrini della terrazza costituiscono quasi una cintura di sbarramento, di sicurezza, come anche la vetrata che imprigiona il personaggio racchiudendone il profilo. Del resto, anche a guardare fuori, si assiste di nuovo ad un trionfo dell'artificio, di una solida realtà urbana fatta di edifici imponenti, da cui la natura è assente, se non per la magra presenza di qualche alberello triste e macilento.
Forse il giovane uomo è proprio lui, l'artista, o il fratello sempre strettamente partecipe e pronto a seguirlo imbracciando la camera fotografica. Si tratta di una sagoma solitamente piantata, e tinteggiata in nero. Siamo nel pieno di una situazione abitativa, di confezione architettonica.
Il panorama su cui si affaccia questo austero personaggio si riempie a sua volta di dati propri di una situazione urbana. Caillebotte vi si imprigiona con giubilo, con piena partecipazione. Anche se in qualche caso, l'affacciarsi a una finestra, o a un balcone, permette anche a lui di sorprendere un Boulevard pulsante di traffico, ben integrato con una selva di alberi, il tutto pronto a fondersi, a fare massa con maestosi palazzi.