His dictis impenso animum flammavit amore spemque dedit dubiae menti solvitque pudorem | Con tali parole infiammò l'animo di intenso amoree diese speranza al cuore dubbioso e dissolse il pudore |
principio delubra adeunt pacemque per aras exquirunt; mactant lectas de more bidentis legiferae Cereri Phoeboque patrique Lyaeo, Iunoni ante omnis, cui vincla iugalia curae | Prima visitano i templi ed implorano pace attorno agli altari; sacrifican pecore scelte di ritoper Cerere legislatrice e per Febo e per ilpadre Lieo,per Giunone fratutti, cui stanno acuore i vincoli coniugali |
ipsa tenens dextra pateram pulcherrima Dido candentis vaccae media inter cornua fundit, aut ante ora deum pinguis spatiatur ad aras, instauratque diem donis, pecudumque reclusis pectoribus inhians spirantia consulit exta | Lei, la bellissima Didone, tenendola con la destra, versa la coppa tra le corna d'una candida vacca, o presso le statue degli dei si aggira tra carichi altari, ed inizia il giorno con doni, e nei petti squarciati degli animali, ansiosa consulta le viscere palpitanti |
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heu, vatum ignarae mentes | Ahi, mente ignara degli indovini |
quid vota furentem, quid delubra iuvant | A che giovano i votiad una folle, a che i templi |
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est mollis flamma medullas interea et tacitum vivit sub pectore uulnus | La fiamma divora le molli midolla intanto e tacita vive sotto il petto la ferita |
uritur infelix Dido totaque vagatur urbe furens, qualis coniecta cerva sagitta, quam procul incautam nemora inter Cresia fixit pastor agens telis liquitque volatile ferrum nescius: illa fuga silvas saltusque peragrat Dictaeos; haeret lateri letalis harundo | Si brucia l'infelice Didone e vaga pazza per tutta la città, quale cerbiatta colpita da freccia,che da lontano un pastore, ignaro, cacciando con armi, incauta trafisse tra i boschi cretesi e lasciò il ferro alato: ella in fuga percorre le selve e le goledittee; la punta letale aderisce nel fianco |
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nunc media Aenean secum per moenia ducit Sidoniasque ostentat opes urbemque paratam, incipit effari mediaque in voce resistit; nunc eadem labente die convivia quaerit, Iliacosque iterum demens audire labores exposcit pendetque iterum narrantis ab ore | Ora conduce Enea con sé in mezzo alle mura ed ostenta i beni sidonii e la città pronta, inizia a dire e si blocca in mezzo alla frase; ora tramontando il giorno chiede uguali conviti, e di nuovo invoca di ascoltare, pazza, i dolori di Ilio e di nuovo pende dalla bocca del narratore |
post ubi digressi, lumenque obscura vicissim luna premit suadentque cadentia sidera somnos, sola domo maeret vacua stratisque relictis incubat | Poi quando, divisi, anche la luna oscurata a sua volta copre la luce e le stelle tramontando invitano ai sogni, sola geme nella vuota reggia e sui tappeti abbandonati si sdraia |
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illum absens absentem auditque videtque, aut gremio Ascanium genitoris imagine capta detinet, infandum si fallere possit amorem | Pur lontana, lui lontano lo ode e lo vede, o trattiene Ascanio in grembo, presa dall'immagine del padre, se mai potesse ingannare l'indicibile amore |