La sepoltura del conte di Orgaz - El Greco

la sepoltura del conte di Orgaz - El Greco

Il dipinto commemora la morte del patrono della chiesa di Santo Tomè, il devoto Conte di Orgaz (Gonzalo Ruiz di Toledo), morto un quarto di secolo prima. Secondo la leggenda, quando venne il momento di deporre il suo corpo nel sepolcro, apparvero due angeli a porre la salma nella tomba

La tela è divisa in due parti, con il cielo in alto e la terra in basso. Mentre il cadavere adornato delle insegne militari viene calato nella fossa, l'anima si libera verso il cielo per raggiungere Cristo. Le aspre tonalità del giallo senape, del rosso e del blu creano un netto contrasto con lo sfondo cupo che avvolge la scena di oscurità.

Nascosto nell'ultima fila della folla di presenti, un volto rivolge lo sguardo all'osservatore: si ritiene sia un autoritratto del pittore; il bambino che, in basso a sinistra, reca una torcia, pare invece ispirato al figlio dell'artista. sapientemente collocato sul fazzoletto sporgente dalla tasca del ragazzo si può scorgere la firma dell'artista.

Il suo uso del colore e le distorsioni delle sue figure allungate sono da inquadrarsi nell'estetica del manierismo. 

Al funerale di Don Gonzalo Ruiz de Toledo, Conte di Orgaz, morto nel 1323 un nobile di Toledo fedelmente devoto alla chiesa, partecipa niente di meno che Santo Stefano protomartire e il padre della Chiesa Sant'Agostino, vestiti di ricchissimi e solenni abiti liturgici. I due santi si preoccupano di deporre nella bara il defunto e hanno gli occhi fissi sul suo corpo, rivestito da corazze militari. 

Sulla destra un vescovo legge con attenzione sul libro, il testo rituale. Al suo fianco un diacono, con gli occhi rivolti verso il cielo, implora il perdono per il defunto. Sulla sinistra, un monaco, vestito di una severa tonaca grigia, con la schiena e il capo flesso in segno di rispetto, medita o prega. Dietro questi personaggi in primo piano un gruppo di cavalieri, vestiti di abiti neri con la Croce Rossa dell'ordine di Santiago e bianchi colletti pieghettati e inamidati, si accalcano per avvicinarsi il più possibile all'esequie. L'espressione dei loro visi sono diversi, c'è chi abbassa lo sguardo pensoso, chi eleva gli occhi al cielo, chi sembra distratto. 

Un angelo, al centro della tela, coperto da un insolito manto giallo, accompagna l'anima del conte in paradiso. In alto nel cielo, al centro, Cristo è seduto in trono, e ai suoi piedi sono la Madonna, con il suo abituale vestito rosso, simbolo dell'amore, coperta da un manto blu simbolo della divinità, e San Giovanni Battista, seminudo, coperto come al solito da pelli animali. Alle spalle della madonna è San Pietro (riconoscibile dalle chiavi); sulla destra, molti beati, tra i quali è stato riconosciuto Filippo II (benché questi fosse ancora in vita all'epoca dell'esecuzione del dipinto) si accalcano per assistere da vicino alla scena.

Le dimensioni del dipinto sono colossali, quasi cinque metri per 4 metri. A destra, sono stati identificati Giacobbe, coperto da una tunica arancione e San Paolo coperto da un mantello blu. A sinistra si vede il re Davide con l'arpa nelle mani, Mosè e Noah. Il viso al centro, proprio sopra la mitra di Sant'Agostino, è il ritratto del Greco e il viso del ragazzo sulla sinistra quello di suo figlio. Sono gli unici due volti che guardano verso lo spettatore.

Come in molti altri dipinti di El Greco, la luce totale proviene dal nulla, non da specifiche fonti di luce con fasci di illuminazione coerenti

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