I primi cristiani a Gerusalemme solevano riunirsi sotto il portico di Salomone, loggia collocata lungo il perimetro orientale del tempio. La comunità crebbe dopo la resurrezione di Cristo. Altri non osarono unirsi a loro e portarono i loro malati nelle piazze, mettendoli sui giacigli e sulle barelle in modo che Pietro, passando, li potesse sfiorare almeno con l'ombra. Molta gente accorreva dai villaggi vicini a Gerusalemme: portavano i malati e quelli che erano tormentati da spiriti maligni; e tutti quanti venivano guariti.
Masaccio era riuscito nelle sue opere a conquistare un realismo straordinario che nessun pittore dopo di lui fu più in grado di raggiungere, sino al Raffaello della Messa di Bolsena.
Guarigione, crescita e passaggio sono i temi dell'affresco di Masaccio. Pietro e Giovanni, l'apostolo che spesso lo accompagnava, sono rappresentati in una chiara narrazione del testo biblico. Alle loro spalle si intravedono una chiesa e un campanile del primo Rinascimento. I due apostoli procedono solennemente. Dinanzi ad un palazzo dal bugnato di pietra, li attene un gruppo di quattro storpi, che supplicano di essere guariti. Assorto nelle proprie meditazioni, Pietro procede diritto e la sua ombra passa per un istante su di loro.
Il movimento delle figure e il riflesso di un ombra, sono metafore del tema della guarigione spirituale e della crescita attraverso la grazia. Mentre l'ombra di Pietro passa sopra gli storpi, essi simultaneamente guariscono. Le due figure in piedi sono state guarite, e una di esse sta giungendo le mani in un inizio di preghiera. Il vecchio con le braccia incrociate, sta chiaramente levandosi in piedi un attimo dopo essere stato toccato dall'ombra.
In primissimo piano, Masaccio ha posto uno storpio con le gambe spezzate, che leva da terra lo sguardo infelice nell'istante in cui l'ombra cade su di lui. Sul suo volto è la luce della grazia