Cicerone, De Oratore: Libro 01; 01-05

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 01-05

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 01-05
[I, 1] Cogitanti mihi saepe numero et memoria vetera repetenti perbeati fuisse, Quinte frater, illi videri solent, qui in optima re publica, cum et honoribus et rerum gestarum gloria florerent, eum vitae cursum tenere potuerunt, ut vel in negotio sine periculo vel in otio cum dignitate esse possent; ac fuit cum mihi quoque initium requiescendi atque animum ad utriusque nostrum praeclara studia referendi fore iustum et prope ab omnibus concessum arbitrarer, si infinitus forensium rerum labor et ambitionis occupatio decursu honorum, etiam aetatis flexu constitisset [I, 1] Quando penso e richiamo alla mia memoria, come faccio spesso, gli antichi avvenimenti, assai felici mi sem brano, o fratello Quinto, quegli uomini che, vivendo in uno Stato ottimamente ordinato, carichi di onori e di quella gloria che proviene dalle imprese compiute, poterono seguire un tale indirizzo di vita, da essere in grado di svolgere senza pericolo la loro attività politica e godersi con dignità la quiete della vita privata; e ci fu un tempo in cui pensavo che anche per me sarebbe arrivata lora del meritato riposo che nessuno, credo, mi avrebbe negato, in cui avrei potuto rivolgere la mente ai nostri nobili studi, se, dopo avere percorso la carriera delle pubbliche cariche, trovandomi per di più innanzi con gli anni, avessi posto termine alle inter ate minabili fatiche degli affari forensi e alle brighe delle candidature
[2] Quam spem cogitationum et consiliorum meorum cum graves communium temporum tum varii nostri casus fefellerunt; nam qui locus quietis et tranquillitatis plenissimus fore videbatur, in eo maximae moles molestiarum et turbulentissimae tempestates exstiterunt; neque vero nobis cupientibus atque exoptantibus fructus oti datus est ad eas artis, quibus a pueris dediti fuimus, celebrandas inter nosque recolendas [2] Ma le gravi calamità dello Stato e le nostre varie vicende hanno reso vana questa speranza dei miei pensieri e dei miei progetti; infatti proprio in quello che sembrava il tempo più propizio al riposo e alla tranquillità, sorse un enorme cumulo di guai e di tnistissimi avvenimenti; e sebbene lo desiderassimoardentemente, non ci fu mai concesso di godere un po di riposo, per coltivare e ripren der insieme a te quegli studi, ai quali ci eravamo dedi cat fin dalla fanciullezza
[3] Nam prima aetate incidimus in ipsam perturbationem disciplinae veteris, et consulatu devenimus in medium rerum omnium certamen atque discrimen, et hoc tempus omne post consulatum obiecimus eis fluctibus, qui per nos a communi peste depulsi in nosmet ipsos redundarent [3] Nelladolescenza ci imbat r temmo proprio nella rovina dellantica costituzione; da console ci trovammo di fronte al pericolo estremo dello Stato; tutto il tempo che segui al consolato lo dedicammo a respingere quegli attacchi che, stornati per opera nostra dallintera nazione, dovevano riversarsi su noi stessi

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Cicerone, De Oratore: Libro 01; 56-62

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 56-62

Sed tamen in his vel asperitatibus rerum vel angustiis temporis obsequar studiis nostris et quantum mihi vel fraus inimicorum vel causae amicorum vel res publica tribuet oti, ad scribendum potissimum conferam; [4] tibi vero, frater, neque hortanti deero neque roganti, nam neque auctoritate quisquam apud me plus valere te potest neque voluntate Tuttavia né le difficoltà dellattuale situazione politica, né la ristrettezza del tempo mimpediranno di consacrarmi ai nostri studi, perché sono deciso di dedicare alla mia attività di scrittore tutto il tempo che mi lasceranno libero le insidie dei nemici, le cause degli amici o glimpegni politici; [4] non sarò dunque sordo, o fratello, alle tue esortazioni e alle tue preghiere: nessuno infatti presso di me può più di te per autorità ed affetto
[II] Ac mihi repetenda est veteris cuiusdam memoriae non sane satis explicata recordatio, sed, ut arbitror, apta ad id, quod requiris, ut cognoscas quae viri omnium eloquentissimi clarissimique senserint de omni ratione dicendi [II] Deve essere richiamato da me il ricordo di un fatto piuttosto lontano nel tempo che, pur non essendo del tutto chiaro nella mia mente, si addice benissimo, a mio avviso, a ciò che mi richiedi, affinché tu sappia quale opinione avessero sui problemi delleloquenza gli uomini più eloquenti ed illustri

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Cicerone, De Oratore: Libro 01; 11-15

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 11-15

[5] Vis enim, ut mihi saepe dixisti, quoniam, quae pueris aut adulescentulis nobis ex commentariolis nostris incohata ac rudia exciderunt, vix sunt hac aetate digna et hoc usu, quem ex causis, quas diximus, tot tantisque consecuti sumus, aliquid eisdem de rebus politius a nobis perfectiusque proferri; solesque non numquam hac de re a me in disputationibus nostris dissentire, quod ego eruditissimorum hominum artibus eloquentiam contineri statuam, tu autem illam ab elegantia doctrinae segregandam putes et in quodam ingeni atque exercitationis genere ponendam [5] Poiché quello che da ragazzo, o diciamo pure da adolescente, pubblicai servendomi dei miei appunti scolastici, in forma appena abbozzata e disadorna, non è degno di questa mia età e dellesperienza che ho acquistata attra Ier verso così numerose ed importanti cause trattate, tu vor anda resti e me lhai detto varie volte che io pubblicassi sul medesimo argomento unopera più elegante e compiuta; daltra parte, quando discutiamo, tu suoli talvolta dissentire da me, e mentre io affermo che leloquenza si basa su una profonda cultura scientifica, tu sostieni che essa deve essere ritenuta indipendente da una elevata cultura scientifica e collocata in un certo tipo dingegno e genere di esercizi
Cicerone: busto in marmo bianco, I secolo a.C. - Firenze, galleria degli uffizi

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 21-25

[6] Ac mihi quidem saepe numero in summos homines ac summis ingeniis praeditos intuenti quaerendum esse visum est quid esset cur plures in omnibus rebus quam in dicendo admirabiles exstitissent; nam quocumque te animo et cogitatione converteris, permultos excellentis in quoque genere videbis non mediocrium artium, sed prope maximarum [6] E veramente nelle riflessioni, che spesso faccio, sugli uomini sommi e forniti di sommo ingegno, mi è sembrato che si dovrebbe indagare perché mai gli uomini eccellenti sono più numerosi nelle altre arti che nelleloquenza; infatti ovunque tu volga il pensiero, vedrai che moltissimi raggiunsero la perfezione non solo nelle arti minori, ma, oserei dire, nelle più importanti
[7] Quis enim est qui, si clarorum hominum scientiam rerum gestarum vel utilitate vel magnitudine metiri velit, non anteponat oratori imperatorem [7] Chi infatti, volendo misurare il valore degli uomini illustri dallutilità e dalla grandezza delle imprese compiute, non anteporrebbe il generale alloratore

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 03; 11-15

Quis autem dubitet quin belli duces ex hac una civitate praestantissimos paene innumerabilis, in dicendo autem excellentis vix paucos proferre possimus E chi potrebbe mettere in dubbio che di generali eccellenti, nella sola Roma, potremmo addurre esempi presso ch infiniti, mentre di eccellenti oratori potremmo citare solo qualche nome

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