Poiché non erano considerati i vincitori gli aurighi, mai proprietari dei carri, anche una donna, Cinisca, figlia del re di Sparta Archidamo II, fu proclamata due volte vincitrice a Olimpia.
In base ai frammenti rinvenuti, il gruppo statuario doveva comprendere, oltre all'auriga sulla quadriga trainata dai quattro cavalli, altri due cavalli, posti all'estremità, montati o tenuti per le briglie da due inservienti. Il momento rappresentato sarebbe quello del giro di onore dopo la vittoria.
Le corse dei carri erano le competizioni più prestigiose e avvincenti dei giochi panellenici, anche per la loro componente di rischio, ed erano monopolio dei potenti delle diverse città, che potevano mantenere e allenare un equipaggio di cavalli, aurighi, stallieri e inservienti.
Il giovane, con gli occhi in pietra dura e le labbra in rame, indossa la lunga veste di lino bianco tipica degli aurichi, tenuta aderente al petto da sottili bretelle e fermata da una cintura sopra la vita. Sui capelli è stretta una fascia con un motivo a meandro intarsiato in argento