qui i motivi del Romanico padano trovarono una grande varietà di interpretazioni, fondendosi con le tradizioni locali e soprattutto con il persistere di una componente classica e tardoantica che costituisce il tratto più caratteristico del linguaggio elaborato nella regione, tanto da indurre a parlare di un "classicismo toscano".
Nel variegato panorama locale è possibile distinguere due tendenze principali, piuttosto diverse tra loro nel modo di articolare lo spazio: quella pisana e quella fiorentina.
Se la prima, che ha il proprio capolavoro nei monumenti del Campo dei Miracoli, valorizza soprattutto la dimensione plastica e volumetrica dell'architettura, risultando così più vicina al Romanico padano, la seconda è caratterizzata da uno stile fortemente razionale, più affine alla purezza formale dell'architettura classica.
Anche la decorazione a disegni geometrici in marmi colorati (bianchi e neri o, più spesso, verde scuro) tipica dell'interpretazione fiorentina non persegue effetti di spessore, quanto piuttosto di superficie, cromatici e ottici.
Tali caratteristiche si ritrovano nei due principali edifici romanici della città: la basilica di San Miniato al Monte e il Battistero di San Giovanni, entrambi impostati a livello visivo sul contrasto tra la pietra verde di Prato e il marmo bianco delle Alpi Apuane.
La geometria di San Miniato al Monte . Tra le chiese che ripropongono il modello antico, la più celebre è San Miniato al Monte , annessa a un monastero benedettino e costruita a partire dalla prima metà dell'XI secolo su un colle che domina Firenze. San Miniato è l'edificio in cui il classicismo fiorentino, fatto di geometria, eleganza e leggerezza, raggiunge il suo vertice più alto, tanto che gli stessi umanisti lo avrebbero sentito non come opera medievale,
ma a tutti gli effetti di età classica.
La facciata a salienti è ritmata al piano terreno, il più antico, da cinque arcate cieche su semicolonne corinzie che conferiscono all'edificio una chiara impronta classica, replicata dal timpano triangolare che ne corona la sommità.
La geometrica razionalità dell'impianto è evidenziata dalla decorazione a riquadri, losanghe e ruote in marmi intarsiati bianchi e verdi.
La pianta è molto semplice, di tipo basilicale a tre navate e con una sola abside. All'interno lo spazio è scandito da quattro pilastri che reggono arconi trasversali, suddividendo di fatto la navata in tre campate. Su ciascun lato, tra un pilastro e l'altro si trovano due colonne collegate da archi, che dividono la navata centrale dalle laterali. Al di sopra degli archi compare una decorazione bicroma simile a quella dell'esterno, fino alla copertura a capriate lignee.
Arte romanica a Pisa: riassunto