Ragazza assopita - Jan Vermeer

ragazza assopita - Jan Vermeer

Il tema trattato è quello del bere, come indica la caraffa in primo piano a sinistra. Accanto a un tavolo, coperto da un pesante tappeto orientale, una giovane siede di fronte allo spettatore con la testa china sulla mano destra, apparentemente assopita

quando fu messo in vendita ad Amsterdam Il 16 maggio 1696, il quadro portava il titolo scritto in olandese: Een dronke slafende Meyd aen een Tafel - tradotto ragazza ebbra addormentata accanto al tavolo -. A giudicare dagli abiti nobili, la ragazza non è una serva, bensì una donna coniugata responsabile dell'andamento della propria casa. Vermeer lavora solo con pochi elementi e la fanciulla è isolata in rapporto all'azione.

Un esame radioscopico ha svelato che Vermeer ha cancellato alcuni elementi presenti nella versione originaria, tra cui un cane nel vano della porta e un uomo nella stanza che fa da sfondo. Ricoprendo con il colore a olio questi complementi narrativi, aveva conferito alla sua composizione, un carattere aperto dal punto di vista semantico, infatti il gesto della donna non è affatto interpretabile in maniera univoca.  Lo si potrebbe prendere come un cesto malinconico, tuttavia è più probabile che si tratti di un riferimento alla tradizione tematica dell'acedia, l'indolenza, che nella teologia medievale era considerata un vizio, anzi addirittura un peccato mortale.

Si riteneva che la donna che violasse tali regole, infrangesse le leggi divine. L'acedia era spesso considerata il risultato dell'ebrezza. Nell'opera di Vermeer il vino indica chiaramente che la ragazza sopita è coinvolta in una relazione extraconiugale. L'uomo nella stanza attigua, successivamente cancellato da un nuovo strato di colore, non ne costituisce l'unico indizio: sopra la donna, pende infatti un quadro, "clavis interpretandi" del contesto erotico. Il soggetto del dipinto in ombra si distingue solo vagamente, ma è stato possibile stabilire che si tratta di un'opera di Cesar Van Everdingen. In Vermeer, la fruttiera, simile a una natura morta, indica precisi aspetti erotici. Secondi i brani della letteratura antica, spesso citati, le donne non dovevano bere vino perché l'ubriachezza conduce alla fornicazione. Un antico proverbio riportava:

Mulier si temetum biberit domi ut adulteram puniunta - Se una donna beve del vino a casa va punita come un adultera -


Che cosa rappresenta esattamente questo quadro?

E' una scena quotidiana che riguarda la vita di una cameriera, di una ragazza di casa. Una scelta non inusuale nella pittura olandese, così aperta alla realtà concreta della parte più umile della popolazione. E' una ragazza che dorme perché ha bevuto.

Il bicchiere in bella mostra significa che la ragazza si è concessa una libertà di troppo, in assenza della padrona. Questa ragazza è guardata con dolcezza, con profondo umanità: il rossore delle sue guance non è solo il rossore del vino, ma è anche segno di un pudore virale che è come contraddetto da tutto ciò che vediamo. Le radiografie hanno svelato che in un primo momento, Vermeer aveva dipinto al di là della porta una figura maschile. Era stato esplicito, come spesso gli capitava nella prima concezione dei suoi dipinti. In un secondo momento ha scelto di essere più sfumato: di suggerire, invece che affermare perentoriamente e di lasciare allo spettatore il giudizio finale su ciò che sta succedendo

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