[63] consularis Asprenatum domus est, in qua alter e fratribus colo liberatus est ave hac in cibo sumpta et corde eius armilla aurea incluso, alter sacrificio quodam facto crudis laterculis ad formam camini atque, ut sacrum peractum est, obstructo sacello unum est ossifrago intestinum mirabili natura omnia devorata conficienti; huius partem extremam adalligatam prodesse contra colum constat [64] Sunt occulti interaneorum morbi, de quibus mirum proditur si catuli, priusquam videant, adplicentur triduo stomacho maxime ac pectori et ex ore aegri suctum lactis accipiant, transire vim morbi, postremo exanimari dissectisque palam fieri aegri causas; monent humari debere eos obrutos terra Magi quidem vespertilionis sanguine contacto ventre in totum annum caveri tradunt aut in dolore, si quis aquam ter pedes eluens haurire sustineat |
[63] C'è la famiglia consolare degli Asprenati, in cui uno tra i fratelli fu guarito dal colon con quest'uccello preso nel cibo e col suo cuore chiuso in un bracciale dorato, l'altro con un sacrificio fatto con mattoni crudi a forma di fornace e, avendo murato il sacello, appena fu terminato C'è per l'ossifraga un intestino di natura straordinaria che digerisce tutte le cose mangiate; risulta che la parte estrema di questo legata addosso giovi contro il colon [64] Ci sono mali occulti degli intestini, di cui si parla stranamente Se i cuccioli, prima che vedano, sono messi per tre giorni soprattutto sullo stomaco e il petto e prendono la sorsata di latte dalla bocca del malato, che la forza del male passa, e infine muoiono e che squartati si mostrano chiaramente le condizioni del malato; consigliano che essi devono essere seppelliti coperti di terra I maghi poi col ventre toccato col sangue di pipistrello tramandano essere sicuri per tutto l'anno o nel dolore, se qualcuno riesce a bere l'acqua tre volte lavandosi i piedi |
[65] Murino fimo contra calculos inlinere ventrem prodest irenacei carnem iucundam esse aiunt, si capite percusso uno ictu interficiatur, priusquam in se urinam reddat haec caro ad hunc modum occisi stillicidium vesicae emendat, item suffitus ex eodem quod si urinam in se reddiderit, eos, qui carnem comederint, stranguriae morbum contrahere traditur |
[65] Giova contro i calcoli spalmare il ventre con lo sterco di topo Dicono che sia gradevole la carne del riccio, se sia ucciso con un solo colpo inferto alla testa, prima che versi su di sé l'urina Questa carne di quello ucciso in questo modo toglie il gocciolio della vescica, anche la fumigazione dello stesso Che se abbia versato l'urina su di sé, si dice che quelli, che hanno mangiato la carne, contraggono il male della stranguria |
[66] iubent et vermes terrenos bibi ex vino aut passo ad comminuendos calculos vel cocleas decoctas ut in suspiriosis, easdem exemptas testis III tritasque in vini cyatho bibi, sequenti die II, tertio die I, ut stillicidium urinae emendent, testarum vero inanium cinerem ad calculos pellendos, item hydri iocur bibi vel scorpionum cinerem aut in pane sumi [vel si quis ut locusta edit], lapillos, [67] qui in gallinaceorum vesica aut in palumbium ventriculo inveniantur, conteri et potioni inspergi, item membranam e ventriculo gallinacei aridam vel, si recens sit, tostam, fimum quoque palumbinum in faba sumi contra calculos et alias difficultates vesicae, similiter plumarum cinerem palumbium ferorum ex aceto mulso et intestinorum ex his cinerem coclearibus III, e nido hirundinum glaebam dilutam aqua calida, [68] ossifragi ventrem arefactum, turturis fimum in mulso decoctum vel ipsius si coctae ius | [66] Consigliano anche che siano bevuti i lombrichi col vino o vino passito per sciogliere i calcoli o chiocciole cotte come negli asmatici, che le stesse private delle teste e tritate siano bevute tre in un bicchiere di vino, due il giorno seguente, una il terzo giorno, affinchè eliminino il gocciolio dell'urina, invece la cenere dei gusci vuoti per eliminare i calcoli, anche che sia bevuto il fegato dell'idra o la cenere degli scorpioni o che sia mangiata sul pane [o se qualcuno la mangia come con la locusta], che siato pestati i sassolini, [67] che si trovano nella vescica dei gallinacei o nello stomavo dei colombacci, e siano diluiti in pozione, anche la membrana secca dello stomaco del gallinaceo o, se è fresca, tostata, che anche lo sterco dei colombacci è mangiato in una fava contro i calcoli e altre difficoltà della vescica, ugualmente la cenere delle piume dei colombacci selvatici con aceto mielato e la cenere degli intestini di questi con tre cucchiai, fango di nido di rondine diluito con acqua calda, [68] il ventre seccato di ossifraga, lo sterco di tortora bollito in vino mielato o il brodo dello stesso se cotto |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 14, Paragrafi 61-72
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 14, Paragrafi 61-72
turdos quoque edisse cum bacis myrti prodest urinae, cicadas tostas in patellis, milipedam oniscon bibisse et in vesicae doloribus decoctum agninorum pedum alvum ciet gallinaceorum discoctorum ius et acria mollit, ciet et hirundinum fimum adiecto melle subditum [69] Sedis vitiis efficacissima sunt oesypum, quidam adiciunt pompholygem et rosaceum, canini capitis cinis, senecta serpentis ex aceto, si rhagades sint, cinis fimi canini candidi cum rosaceo, aiunt inventum Aesculapii esse eodemque et verrucas efficacissime tolli, murini fimi cinis, adeps cygni, adeps bovae procidentia ibi sucus coclearum punctis evocatus inlita repellit |
Giova all'urina anche aver mangiato i tordi con bacche di mirto, cicale tostate in padelle, aver bevuto il millepiedi oniscos e nei dolori della vescica un decotto di zampe di agnelli Agevola l'intestino il brodo dei gallinacei cotti a lungo e ammorbidisce le parti dure, agevola anche lo sterco delle rondini appoggiato con miele versato [69] Per i mali del sedere sono molto efficaci l'esipo, alcuni aggiungono acido arsenioso ed olio di rosa, la cenere della testa di un cane, la spoglia di un serpente con aceto, se ci siano ragadi, la cenere dello sterco di un cane bianco con olio di rosa, dicono essere un'invenzione di Esculapio e che con la stessa sono tolte molto efficacemente anche le verruche, la cenere dello sterco di topo, il grasso del cigno, il grasso del boa Il liquido delle chiocciole ricavato con punture trattiene qui i prolassi spalmati |
[70] adtritis medetur cinis muris silvatici cum melle, fel irenacei cum vespertilionibus cerebro et canino lacte, adeps anserinus cum cerebro et alumine et oesypo, fimum columbinum cum melle, condylomatis privatim araneus dempto capite pedibusque infricatus, ne acria perurant, adeps anserinus cum cera Punica, cerussa, rosaceo, adeps cygni hic et haemorrhoidas sanare dicitur [71] ischiadicis cocleas crudas tritas cum vino Ammineao et pipere potu prodesse dicunt, lacertam viridem in cibo ablatis pedibus, interaneis, capite; sic et stelionem adiectis huic papaveris nigris obolis III; ruptis, convulsis fel ovium cum lacte mulierum |
[70] Cura le artriti la cenere del topo selvatico col miele, il fiele del riccio col cervello di pipistrello e latte di cagna, grasso d'oca con cervello e allume ed esipo, lo sterco di colombo col miele, per i condilomi particolarmente il ragno sfregato, tolto il capo e le zampe, affinché le parti ruvide non brucino, il grasso d'oca con la cera punica, la biacca, olio di rosa, il grasso di cigno Questo si dice curare anche le emorroidi [71] Dicono che le chiocciole crude tritate con vino ammineo e da bere col pepe giovino agli sciatici, la lucertola verde nel cibo tolte zampe, intestini, testa; così anche la tarantola con tre oboli di papavero nero aggiunti a questa; il fiele degli ovini con latte di donne per lacerazioni, contusioni |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 191-197
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 17, Paragrafi 191-197
[72] verendorum formicationibus verrucisque medetur arietini pulmonis inassati sanies, ceteris vitiis vellerum eius vel sordidorum cinis ex aqua, sebum ex omento pecudia, praecipue a renibus, admixto pumicis cinere et sale, lana sucida ex aqua frigida, carnes pecudis combustae ex aqua, mulae ungularum cinis, dentis caballini contusi farina inspersa, testibus vero farina ex ossibus canini capitis sine carne tusis si decidat testium alter, spumam coclearum inlitam in remedio esse tradunt [73] taetris ibi ulceribus et manantibus auxiliantur canini capitis recentes cineres, cocleae parvae, latae contritate ex aceto, senectus anguium ex aceto vel cinis eius, mel, in quo apes sint inmortuae, cum resina, cocleae nudae, quas in Africa gigni diximus, tritae cum turis polline et ovorum albo; XXX die resolvunt; aliqui pro ture bulbum admiscent |
[72] Cura i pruriti e le verruche delle parti intime il liquido del polmone dell'ariete arrostito, per i restanti mali la cenere dei suoi velli anche sporchi con acqua, sebo di omento di pecora, specie dei reni, misto con cenere di pomice e sale, con lana sporca con acqua fredda, carni di pecora bruciata con acqua, cenere di zoccoli di mula, polvere sparsa di dente di cavallo tritato, per i testicoli invece la polvere dalle ossa di una testa canina pestate senza carne Se uno dei testicoli cede, tramandano che ci sia a rimedio la bava delle chiocciole spalmata [73] Qui per le ulcere scure e purulenti sono d'aiuto le ceneri fresche di una testa canina, le chiocciole piccole, le grandi tritate con l'aceto, la spoglia delle serpi con aceto o la sua cenere, il miele, in cui siano morte le api, con la resina, le chiocciole sgusciate, che abbiamo detto nascere in Africa, tritate con polvere d'incenso e bianco di uova; agiscono in 30 giorni; alcuni mischiano la cipolla al posto dell'incenso |
[74] hydrocelicis stelionis mire prodesse tradunt capite, pedibus, interaneis adeptis relicum corpus inassatum, in cibo id saepius datur, sicut ad urinae incontinentiam caninum adipem cum alumine schisto fabae magnitudine, cocleas Africanas cum sua carne et testa crematas poto cinere, anserum III linguas inassatas in cibo huius rei auctor est Anaxilaus [75] at panos aperit sebum pecudum cum sale tosto, murinum fimum admixto turis polline et sandaraca discutit, lacertae cinis et ipsa divisa inposita, item multipeda contrita admixta resina terbinthina ex parte tertia, quidam et sinopidem admiscent, cocleae contusae per se, cinis inanium coclearum cerae mixtus discussoriam vim habet fimum columbarium per sese vel cum farina hordeacia aut avenacia inlitum |
[74] Tramandano giovare mirabilmente ai malati di idrocele il corpo restante della tarantola arrostito tolte la testa, le zampe, le interiora, questo è dato nel cibo più volte, come per l'incontinenza dell'urina il grasso del cane con allume scistoso con la grandezza di una fava, le chiocciole africane bruciate con la loro carne e i gusci con la cenere bevuta, le lingue arrostite di tre oche nel cibo E' testimone di questa cosa Anassilao [75] Rompe poi gli ascessi il sebo delle pecore con sale tostato, li allontana lo sterco del topo con polvere d'incenso mescolata e sandracca, la cenere di lucertola e la stessa applicata squartata, anche i millepiedi pestati misti con resina di terebinto per un terzo, alcuni mescolano anche sinopia, le chiocciole pestate da sole, la cenere delle chiocciole vuote mista alla cera Lo sterco dei colombi ha una proprietà risolvente spalmato da solo o con farina d'orzo o con avena |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 189-192
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 189-192
cantharides mixtae calce panos scalpelli vice auferunt, inguinum tumorem cocleae minutae cum melle inlitae leniunt [76] Varices ne nascantur, lacertae sanguine pueris crura ieiunis a ieiuno inlinuntur podagras lenit oesypum cum lacte mulieris et cerussa, fimum pecudum, quod liquidum reddunt, pulmones pecudum, fel arietis cum sebo, mures dissecti inpositi, sanguis mustelae cum plantagine inlitus et vivae combustae cinis, ex aceto ac rosaceo si pinna inlinatur vel si cera et rosaceum admisceatur, fel caninum ita, ne manu attingatur, sed pinna inlinatur, fimum gallinarum, vermium terrenorum cinis cum melle ita, ut tertio die solvantur [77] aliqui ex aqua inlinere malunt, alii ipsos acetabuli mensura cum mellis cyathis III, pedibus ante rosaceo perunctis |
Le cantaridi mescolate con la calce tolgono gli ascessi al posto dello scalpello, le chiocciole piccole spalmate col miele leniscono il gonfiore degli inguini [76] Affinché non spuntino le varici, sono spalmate a digiuno col sangue di una lucertola le gambe ai fanciulli digiuni L'esipo con il latte di donna e la biacca calma le gotte, lo sterco delle pecore, che l'emettono liquido, i polmoni delle pecore, il fiele di ariete con sebo, i topo applicati squartati, il sangue della faina spalmato con piantagine e la cenere di una viva bruciata, con aceto ed olio di rosa se è spalmato con una piuma o anche olio di rosa se è mescolato con cera, il fiele di cane così, che non sia toccato con la mano, ma sia spalmato con una piuma, lo sterco delle galline, la cenere dei lombrichi col miele così, che siano tolti nel terzo giorno [77] Alcuni preferiscono spalmare con acqua, altri gli stessi nella dose di un acetabolo con tre bicchieri di miele, avendo unto prima i piedi con olio di rosa |
cocleae latae potae tollere dicuntur pedum et articulorum dolores; bibuntur autem binae in vino tritae eaedem inlinuntur cum helxines herbae suco; quidam ex aceto intrivisse contenti sunt sale, qui una cum vipera crematus sit in olla nova, saepius sumpto aiunt podagra liberari; utile esse et adipe viperino pedes perungui [78] et de miluo adfirmant, si inveterato tritoque quantum III digiti capiant bibatur ex aqua aut si pedes sanguine eius perunguantur inlinuntur et columbarum sanguine cum urtica vel pennis earum, cum primum nascentur, tritis cum urtica quin et fimum earum articulorum doloribus inlinitur, item cinis mustelae aut coclearum, et cum amylo vel tragacantha incussos articulos aranei telae commodissime curant sunt qui cinere earum uti malunt, sicut fimi columbini cinere cum polenta et vino albo |
Le chiocciole grandi bevute sono dette togliere i dolori dei piedi e delle articolazioni; se ne bevono anche due per volta tritate nel vino Le stesse sono impastate col succo dell'erba helxine; alcuni sono soddisfatti di averle tritate con l'aceto Dicono che col sale, che sia stato bruciato insieme con una vipera in una pentola nuova, preso più volte siano liberati dalla gotta; che è utile anche che i piedi siano unti col grasso di vipera [78] L'affermano anche circa il nibbio, se invecchiato e tritato è bevuto con l'acqua quanto ne contengano tre dita o se i piedi siano unti col suo sangue Sono spalmati anche col sangue delle colombe con ortica o con le loro penne, appena nascono, reitate con l'ortica Anzi anche il loro sterco è spalmato per i dolori delle articolazioni, anche la cenere della faina o delle chiocciole, anche con amido o adragante Curano molto validamente le articolazioni contuse le tele dei ragni Ci sono quelli che preferiscono usare la loro cenere, come la cenere dello sterco di colombo con polenta e vino bianco |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 24, Paragrafi 16-20
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 24, Paragrafi 16-20
[79] articulis luxatis praesentaneum est sebum pecudis cum cinere e capillo mulierum pernionibus quoque inponitur sebum pecudum cum alumine, canini capitis cinis aut fimi murini quod si pura sint, ulcera cera adda ad cicatricem perducunt soricum vel glirium crematorum favilla ex oleo, item muris silvatici cum melle, vermium quoque terrenorum cum oleo vetere et cocleae, quae nudae inveniuntur [80] ulcera omnia pedum sanat cinis earum, quae vivae combustae sint, fimi gallinarum cinis exulcerationis, columbini fimi ex oleo |
[79] Il sebo della pecora è immediato per le articolazioni lussate con la cenere della capigliatura delle donne Il sebo delle pecore è applicato anche per i geloni con allume, la cenere di una testa canina o di sterco di topo Che se sono pulite, portano a cicatrizzazione le ulcere con cera aggiunta con la brace di topi o ghiri bruciati con olio, anche di topo selvatico col miele, anche di lombrichi con olio vecchio e le chiocciole, che sono trovate senza guscio [80] Cura tutte le ferite dei piedi la cenere di quelle, che siano bruciate vive, la cenere dello sterco delle galline per le ulcerazioni, dello sterco di colombo con l'olio |