Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 23, Paragrafi 83-126, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 23, Paragrafi 83-126

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 23, Paragrafi 83-126
faciunt oris suavitatem decocto eorum volluti aut suco expresso

horum semen edendum praecipiunt in malacia praegnantibus, ipsa vero contra infirmitatem stomachi, sed non nisi ex aceto facile manduntur

[106] Punici mali novem genera nunc iterari supervacuum

ex iis dulcia, quae apyraena alio nomine appellavimus, stomacho inutilia habentur; inflationes pariunt, dentes gingivasque laedunt

quae vero ab his sapore proxima vinosa diximus, parvum nucleum habentia, utiliora paulo intelleguntur; alvum sistunt et stomachum, dumtaxat pauca, ultraque satietatem et haec minime danda, quamquam omnino nulla in febri, nec carne acinorum utili nec suco

caventur aeque vomitionibus ac bilem reicientibus

[107] uvam in his ac ne mustum quidem, sed protinus vinum aperuit natura

utrumque asperiore cortice; hic acerbis in magno usu
Producono il profumo della bocca usati col loro decotto o col succo spremuto

Prescrivono alle gravide il loro seme da mangiare nell'inappetenza, gli stessi poi contro la debolezza di stomaco, ma non sono mangiati facilmente se non con l'aceto

[106] Superfluo ora trattare le nove qualità della melagrana

Fra queste le dolci, che abbiamo chiamato con altro nome apyrena, sono ritenute dannose allo stomaco; provocano flatulenze, danneggiano denti e gengive

Quelle poi che abbiamo chiamato vinose molto affini a queste per il sapore, cha hanno un nocciolo piccolo, sono ritenute poco più utili; fermano l'intestino e lo stomaco, purché poche, e queste da dare non oltre la sazietà e minimamente, quantunque nessuna affatto durante la febbre, né per la polpa utile degli acini né per il succo

Ugualmente stanno in guardia per i vomiti e per quelli che rigettano bile

[107] In questi la natura ha sviluppato l'uva e non proprio il mosto, ma addirittura il vino

Entrambi con una scorza più dura; questa negli acerbi con un grande uso
vulgus coria maxume perfici illo novit; ob id malicorium appellant medici

urinam cieri eodem monstrant mistaque galla in aceto decoctum mobiles dentes stabilire

expetitur gravidarum malaciae, quoniam gustatu moveat infantem

dividitur malum caelestique aqua madescit ternis fere diebus; haec bibitur frigida coeliacis et sanguinem excreantibus

[108] Ex acerbo fit medicamentum quod stomatice vocatur, utilissimum oris vitiis, narium, aurium, oculorum caligini, pterygiis, genitalibus et iis, quas nomas vocant et quae in ulceribus excrescunt, contra leporem marinum hoc modo: acinis detracto cortice tunsis sucoque decocto ad tertias cum croci et aluminis scissi, murrae, mellis Attici selibris
Il popolo sa che con quella si conciano soprattutto i cuoi; per questo i medici la chiamano scorza di melagrana

Assicurano che con questa si favorisce l'urina e decotta in aceto con noce galla mescolata rinsalda i denti mobili

E' ricercata per l'inappetenza delle gravide, poiché col gustarne si stimola il feto

La mela viene aperta e macera con acqua piovana per circa tre giorni; questa è bevuta fredda dai celiaci e da quelli che emettono sangue

[108] Da quella acerba si fa una medicina che è detta stomatice, molto utile per i mali della bocca, delle narici, delle orecchie, l'annebbiamento degli occhi, le escrescenze delle unghie, i genitali e per quei mali, che chiamano vaganti e che si sviluppano sulle ulcere, contro la lepre marina in questo modo: tolta la scorza con acini pestati e con succo decotto fino ad un terzo con mezza libbra di zafferano ed allume di rocca, mirra e miele attico
[109] alii et hoc modo faciunt: punica acida multa tunduntur, sucus in cacabo novo coquitur mellis crassitudine ad virilitatis et sedis vitia et omnia, quae lycio curantur, aures purulentas, epiphoras incipientes, rubras maculas in manibus

rami punicorum serpentes fugant

cortices punici ex vino cocti et inpositi perniones sanant

contusum malum ex III heminis vini decoctum ad heminam tormina et taenias pellit

punicum in olla nova, coperculo inlito, in furno exustum et contritum potumque in vino sistit alvum, discutit tormina

[110] Primus pomi huius partus florere incipientis cytinus vocatur a Graecis, mirae observationis multorum experimento
[109] Altri fanno anche in questo modo: vengono pestate molte melegrane acide, il succo è cotto in una pentola nuova con la densità del miele per i mali della virilità e del sedere e tutte quelle cose, che sono curate con il licio, le orecchie purulente, le lacrimazioni che insorgono, le macchie rosse sulle mani

I rami dei melograni cacciano i serpenti

Le cortecce del melograno cotte nel vino ed appoggiate curano i geloni

La mela pestata decotta con 3 emine di vino fino ad un'emina elimina le coliche e le tenie

La melagrana bruciata nel forno in una pentola nuova, poggiato un coperchio, e tritata e bevuta nel vino ferma l'intestino, allontana le coliche

[110] Dai Greci è detto cytinus il primo prodotto di questo frutto che comincia a fiorire, con un esperimento di molti di notevole applicazione

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 25, Paragrafi 28-32
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 25, Paragrafi 28-32

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 25, Paragrafi 28-32

si quis unum ex his, solutus vinculo omni cinctus et calciatus atque etiam anuli, decerpserit II digitis, pollice et quarto, sinistrae manus atque ita lustratis levi tactu oculis in os additum devoraverit, ne dente contingat, adfirmatur nullam oculorum inbecillitatem passurus eodem anno

[111] iidem cytini siccati tritique carnes excrescentes cohibent, gingivis et dentibus medentur, vel si mobiles sint, decocto suco

ipsa corpuscula trita ulceribus, quae serpunt putrescuntve, inlinuntur, item oculorum inflammationi intestinorumque et fere ad omnia quae cortices malorum

adversantur scorpionibus

[112] Non est satis mirari curam diligentiamque priscorum, qui omnia scrutati nihil intemptatum reliquerunt

in hoc ipso cytino flosculi sunt, antequam scilicet malum ipsum prodeat, erumpentes, quos balaustium vocari diximus
Se qualcuno, liberato da ogni legame di cintura e di calzare ed anche di anello, avrà raccolto uno di questi, con due dita, col pollice e col quarto dito, della mano sinistra e toccati così gli occhi con leggero tatto avrà mangiato quello messo in bocca, cosicché il dente non tocchi, si dice che non sopporterà alcuna debolezza degli occhi in quell'anno

[111] Gli stessi citini seccati e tritati tolgono le escrescenze carnose, curano gengive e denti, o se sono mobili, con succo decotto

Gli stessi piccoli boccioli tritati sono spalmati sulle ulcere, che serpeggiano o imputridiscono, ugualmente per l'infiammazione degli occhi e degli intestini e per quasi tutti quei mali che (richiedono) le cortecce dei meli

Si oppongono agli scorpioni

[112] Non è ammirata abbastanza la cura e la diligenza degli antichi, che hanno ricercato tutto e non hanno lasciato nulla d'intentato

In questo stesso citino ci sono fiorellini che sbocciano, certo prima che compaia la mela stessa, che abbiamo detto essere chiamati balaustium
hos quoque ergo experti invenere scorpionibus adversari

sistunt potu menses feminarum, sanant ulcera oris, tonsillas, uvam, sanguinis excreationes, ventris et stomachi solutiones, genitalia, ulcera quacumque in parte manantia

[113] siccavere etiam, ut sic quoque experirentur, inveneruntque tusorum farina dysintericos a morte revocari

alvum sistunt

quin et nucleos ipsos acinorum experiri non piguit

tosti tusique stomachum iuvant cibo aut potionibus

radix decocta sucum remittit, qui taenias necat victoriati pondere

eadem discocta in aqua quas lycium praestat utilitates

[114] Est et silvestre punicum a similitudine appellatum

eius radices rubro cortice denari pondere ex vino potae somnos faciunt

semine poto aqua, quae subierit cutem, siccatur

mali punici corticis fumo culices fugantur
Dopo aver sperimentato dunque anche questi scoprirono che erano ostili agli scorpioni

Bevendone fermano le mestruazioni delle donne, curano le ulcere della bocca, le tonsille, la gola, le emissioni di sangue, i flussi del ventre e dello stomaco, i genitali, le ulcere che suppurano in qualunque parte

[113] Li seccarono anche, per sperimentarli anche così, e scoprirono che con la farina di quelli pestati i dissenterici sono richiamati dalla morte

Fermano l'intestino

Anzi non evitarono a sperimentare gli stessi noccioli degli acini

Arrostiti e pestati nel cibo o nelle bevande aiutano lo stomaco

La radice decotta emana un succo, che uccide le tenie con la misura di un vittoriano

La stessa cotta in acqua fornisce i vantaggi del licio

[114] C'è anche un melograno selvatico denominato per la somiglianza

Le sue radici con scorza rossa nella dose di un denario bevute nel vino inducono i sonni

Bevuto il seme si asciuga l'acqua, che si forma sotto la pelle

Col fumo della corteccia del melograno si cacciano le zanzare

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 10, Paragrafi 81-93
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 10, Paragrafi 81-93

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 10, Paragrafi 81-93

[115] Pirorum omnium cibus, etiam valentibus onerosus, aegris vini quoque modo negatur

decocta eadem mire salubria et grata, praecipue Crustumina; quaecumque vero cum melle decocta stomachum adiuvant

fiunt cataplasmata e piris ad discutienda corporum vitia, et decocto eorum ad duritias utuntur

ipsa adversantur boletis atque fungsi pelluntque pondere et pugnante suco

[116] Pirum silvestre tardissime maturescit

conciditur suspensumque siccatur ad sistendam alvum, quod et decoctum eius potu praestat

decocuntur et folium cum pomo ad eosdem usus

pirorum ligni cinis contra fungos etiamnum efficacius proficit

Mala piraque iumentis portatu mire gravia sunt vel pauca

remedio aiunt esse, si prius edenda dentur aliqua aut utique ostendantur

[117] Fici sucus lacteus aceti naturam habet, itaque coaguli modo lac contrahit
[115] Il nutrimento di tutte le pere, pesante anche per quelli sani, è vietato ai malati allo stesso modo del vino

Le stesse cotte straordinariamente salutari e gradite, soprattutto quelle di Crustumio; veramente qualunque cotta nel miele aiuta lo stomaco

Ottengono cataplasmi dalle pere per rimuovere i mali dei corpi, e usano il loro decotto per gli indurimenti

Le stesse ostacolano i boleti e i funghi e li espellono col peso e col succo che contrasta

[116] La pera selvatica matura molto tardi

Viene tagliata e appesa si fa seccare per fermare l'intestino, cosa che anche il suo decotto fornisce nel berlo

Vengono cotte la foglia con il frutto per gli stessi usi

La cenere del legno dei peri risulta più efficace anche contro i funghi

Mele e pere anche poche sono notevolmente pesanti da trasportare per i giumenti

Dicono essere di rimedio, se prima siano date alcune da mangiare o comunque siano mostrate

[117] Il succo lattiginoso del fico ha la qualità dell'aceto, pertanto rapprende il latte al modo del coagulo
excipitur ante maturitatem pomi et in umbra siccatur ad aperienda ulcera, cienda menstrua adpositu cum luteo ovi aut potu cum amylo

podagris inlinitur cum farina Graeci feni et aceto

pilos quoque detrahit palpebrarumque scabiem emendat, item lichenas et psoras

alvum solvit

[118] lactis ficulni natura adversatur crabronum vesparumque et similium venenis, privatim scorpionum

idem cum axungia verrucas tollit

folia et quae non maturuere fici strumis inlinuntur omnibusque, quae emollienda sint discutiendave; praestant hoc et per se folia

et alius usus eorum in fricando lichene et alopeciis et quaecumque exulcerari opus sit

[119] et adversus canis morsus ramorum teneri cauliculi cuti inponuntur

iidem cum melle ulceribus, quae ceria vocantur, inlinuntur
Viene estratto prima della maturazione del frutto ed è seccato all'ombra per aprire le ferite, facilitare le mestruazioni con un tuorlo d'uovo applicato o bevuto con amido

Si spalma per le gotte con la farina di fieno greco ed aceto

Toglie anche i peli delle palpebre ed elimina la scabbia, parimenti le lichene e le psoriasi

Rilassa l'intestino

[118] Il latte di fico per natura si oppone ai veleni di calabroni e vespe e simili, particolarmente degli scorpioni

Lo stesso toglie le verruche con la sugna

Le foglie e quelle parti del fico che non sono mature sono spalmate sulle scrofole e su tutte le parti, che siano da ammorbidire o da eliminare; producono questo anche le foglie di per sé

Inoltre un altro loro uso nella lichene da frizionare e nelle alopecie e qualunque cosa abbia bisogno di essere esulcerata

[119] Anche contro i morsi dei cani sono applicati sulla pelle teneri steli di rami

Gli stessi vengono spalmati col miele per le ulcere, che chiamano ceria

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 05, Paragrafi 61-87
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 05, Paragrafi 61-87

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 05, Paragrafi 61-87

extrahunt infracta ossa cum papaveris silvestris foliis; canum rabiosorum morsus folio trito ex aceto restingunt

e nigra fico candidi cauliculi inlinuntur furunculis, muris aranei morsibus cum cera

cinis earum e foliis gangraenis cunsumendisque quae excrescant

[120] fici maturae urinam cient, alvum solvunt, sudorem movent papulasque, ob id autumno insalubres, quoniam sudantia huius cibi opera corpora perfrigescunt

nec stomacho utiles, set ad breve tempus, et voci contrariae intelleguntur

novissimae salubriores quam primae, medicatae vero numquam

iuvenum vires augent, senibus meliorem valitudinem faciunt minusque rugarum

sitim sedant, calorem refrigerant, ob id non negandae in febribus constrictis, quas stegnas vocant

[121] siccae fici stomachum laedunt, gutturi et faucibus magnifice utiles

natura his excalfaciendi
Estraggono le schegge frantumate con le foglie del papavero selvatico; guariscono i morsi dei cani rabbiosi con la foglia tritata con l'aceto

I gambi chiari (presi) dal fico nero sono spalmati per i foruncoli, con la cera per i morsi del toporagno

La loro cenere (presa) dalle foglie per le cancrene e le escrescenze che aumentano

[120] I fichi maturi agevolano l'urina, rilassano l'intestino, smuovono il sudore e le pustole, per ciò insalubri in autunno, perché i corpi che sudano a causa di questo cibo si raffreddano

Né utili per lo stomaco, ma per breve tempo, e sono ritenuti contrari per la voce

Gli ultimissimi più salutari dei primi, quelli trattati invece mai

Aumentano le energie dei giovani, rendono migliore la salute ai vecchi e meno rughe

Placano la sete, rinfrescano il calore, per ciò non sono da rifiutare nelle febbri costrittive, che chiamano stegne

[121] I fichi secchi danneggiano lo stomaco, utili per la gola e gli esofagi

Per questi la qualità di riscaldare
sitim adferunt, alvum molliunt, rheumatismis eius et stomacho contrariae, vesicae semper utiles et anhelatoribus ac suspiriosis, item iocinerum, renium, lienum vitiis

corpus et vires adiuvant; ob id antea athletae hoc cibo pascebantur, Pythagoras exercitator primus ad carnes eos transtulit; [122] recolligentes se a longa valitudine utilissime

item comitialibus et hydropicis omnibusque, quae maturanda aut discutienda sint, inponuntur, efficacius calce aut nitro aut iri admixta

coctae cum hysopo pectus purgant, pituitam, tussim veterem, cum vino autem sedem et tumores maxillarum

ad furunculos, panos, parotidas decoctae inlinuntur

utile et decocto fovere earum, feminasque decocto eodem cum faeno Graeco

[123] utiles sunt et pleuriticis ac peripneumonicis, cum ruta coctae torminibus
Apportano sete, rilassano l'intestino, contrari al loro catarro e allo stomaco, sempre utili per la vescica e gli asmatici e gli affannati, ugualmente per i mali di fegati, reni, milze

Aiutano i corpi e le forze; per ciò prima gli atleti si nutrivano con questo cibo, per primo l'allenatore Pitagora li rivolse verso le carni; [122] Molto efficacemente quelli che si riprendono da una lunga malattia

Parimenti sono spalmati agli epilettici e agli idropici e per tutti i mali, che siano da maturare o eliminare, più efficacemente con calce o salnitro o iris mescolata

Cotti con issopo purificano il petto, la pituita, la tosse cronica, col vino poi il sedere e i tumori delle mascelle

Decotti sono spalmati per i foruncoli, i tumori, le parotidi

Utile anche curare con il loro decotto, e col decotto stesso (curare) le donne con fieno greco

[123] Sono utili anche per i pleuritici e i malati di polmoni, cotti con ruta per le coliche

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 96-116
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 96-116

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 96-116

prosunt tibiarum ulceribus cum aeris flore, et parotidi, pterygiis cum punico malo, ambustis, pernionibus cum cera, hydropicis coctae in vino et cum absinthio et farina hordeacia

nitro addito manducatae alvum solvunt

scorpionum ictibus cum sale tritae inlinuntur

carbunculos extrahunt in vino coctae et inpositae

carcinomati, si sine ulcere sit, quam pinguissimam ficum inponi paene singulare remedium est, item phagedaenae

[124] cinis non ex alia arbore acrior

purgat, conglutinat, replet, adstringit

bibitur et ad discutiendum sanguinem concretum, item percussis, praecipitatis, ruptis, convulsis cineris cyathus in singulis aquae et olei

datur tetanicis et spasticis, item potus vel infusus coeliacis et dysintericis

et si quis cum oleo perunguatur, excalfacit

idem cum cera et rosaceo subactus ambustis cicatricem tenuissimam obducit
Giovano alle ulcere delle tibie col verderame, e alla parotide, alle escrescenze con la melagrana, alle scottature, ai geloni con la cera, cotte nel vino agli idropici e con assenzio e farina di orzo

Mangiati con salnitro aggiunto rilassano l'intestino

Tritati col sale sono spalmati per le ferite degli scorpioni

Cotti nel vino ed applicati estraggono i carbonchi

Per il carcinoma, se è senza ulcera, è un rimedio quasi unico che sia messo sopra un fico quanto più grasso, ugualmente per la fagedena

[124] Non cenere più acre da un altro albero

Purifica, cicatrizza, riempie, astringe

Viene bevuto anche per eliminare il sangue rappreso, parimenti un ciato di cenere in uno di acqua e olio per i contusi, i caduti, i fratturati, gli slogati

Viene dato ai malati di tetano e agli spastici, ugualmente bevuto o infuso ai celiaci e ai dissenterici

E se qualcuno se ne unge con l'olio, riscalda

Lo stesso impastato con la cera e l'olio di rose lascia sulle bruciature una cicatrice molto leggera
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 01 - 16

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 1-55

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 86-96

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 45-103

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, Paragrafi 104-127

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 17 - 33