faciunt oris suavitatem decocto eorum volluti aut suco expresso horum semen edendum praecipiunt in malacia praegnantibus, ipsa vero contra infirmitatem stomachi, sed non nisi ex aceto facile manduntur [106] Punici mali novem genera nunc iterari supervacuum ex iis dulcia, quae apyraena alio nomine appellavimus, stomacho inutilia habentur; inflationes pariunt, dentes gingivasque laedunt quae vero ab his sapore proxima vinosa diximus, parvum nucleum habentia, utiliora paulo intelleguntur; alvum sistunt et stomachum, dumtaxat pauca, ultraque satietatem et haec minime danda, quamquam omnino nulla in febri, nec carne acinorum utili nec suco caventur aeque vomitionibus ac bilem reicientibus [107] uvam in his ac ne mustum quidem, sed protinus vinum aperuit natura utrumque asperiore cortice; hic acerbis in magno usu |
Producono il profumo della bocca usati col loro decotto o col succo spremuto Prescrivono alle gravide il loro seme da mangiare nell'inappetenza, gli stessi poi contro la debolezza di stomaco, ma non sono mangiati facilmente se non con l'aceto [106] Superfluo ora trattare le nove qualità della melagrana Fra queste le dolci, che abbiamo chiamato con altro nome apyrena, sono ritenute dannose allo stomaco; provocano flatulenze, danneggiano denti e gengive Quelle poi che abbiamo chiamato vinose molto affini a queste per il sapore, cha hanno un nocciolo piccolo, sono ritenute poco più utili; fermano l'intestino e lo stomaco, purché poche, e queste da dare non oltre la sazietà e minimamente, quantunque nessuna affatto durante la febbre, né per la polpa utile degli acini né per il succo Ugualmente stanno in guardia per i vomiti e per quelli che rigettano bile [107] In questi la natura ha sviluppato l'uva e non proprio il mosto, ma addirittura il vino Entrambi con una scorza più dura; questa negli acerbi con un grande uso |
vulgus coria maxume perfici illo novit; ob id malicorium appellant medici urinam cieri eodem monstrant mistaque galla in aceto decoctum mobiles dentes stabilire expetitur gravidarum malaciae, quoniam gustatu moveat infantem dividitur malum caelestique aqua madescit ternis fere diebus; haec bibitur frigida coeliacis et sanguinem excreantibus [108] Ex acerbo fit medicamentum quod stomatice vocatur, utilissimum oris vitiis, narium, aurium, oculorum caligini, pterygiis, genitalibus et iis, quas nomas vocant et quae in ulceribus excrescunt, contra leporem marinum hoc modo: acinis detracto cortice tunsis sucoque decocto ad tertias cum croci et aluminis scissi, murrae, mellis Attici selibris |
Il popolo sa che con quella si conciano soprattutto i cuoi; per questo i medici la chiamano scorza di melagrana Assicurano che con questa si favorisce l'urina e decotta in aceto con noce galla mescolata rinsalda i denti mobili E' ricercata per l'inappetenza delle gravide, poiché col gustarne si stimola il feto La mela viene aperta e macera con acqua piovana per circa tre giorni; questa è bevuta fredda dai celiaci e da quelli che emettono sangue [108] Da quella acerba si fa una medicina che è detta stomatice, molto utile per i mali della bocca, delle narici, delle orecchie, l'annebbiamento degli occhi, le escrescenze delle unghie, i genitali e per quei mali, che chiamano vaganti e che si sviluppano sulle ulcere, contro la lepre marina in questo modo: tolta la scorza con acini pestati e con succo decotto fino ad un terzo con mezza libbra di zafferano ed allume di rocca, mirra e miele attico |
[109] alii et hoc modo faciunt: punica acida multa tunduntur, sucus in cacabo novo coquitur mellis crassitudine ad virilitatis et sedis vitia et omnia, quae lycio curantur, aures purulentas, epiphoras incipientes, rubras maculas in manibus rami punicorum serpentes fugant cortices punici ex vino cocti et inpositi perniones sanant contusum malum ex III heminis vini decoctum ad heminam tormina et taenias pellit punicum in olla nova, coperculo inlito, in furno exustum et contritum potumque in vino sistit alvum, discutit tormina [110] Primus pomi huius partus florere incipientis cytinus vocatur a Graecis, mirae observationis multorum experimento |
[109] Altri fanno anche in questo modo: vengono pestate molte melegrane acide, il succo è cotto in una pentola nuova con la densità del miele per i mali della virilità e del sedere e tutte quelle cose, che sono curate con il licio, le orecchie purulente, le lacrimazioni che insorgono, le macchie rosse sulle mani I rami dei melograni cacciano i serpenti Le cortecce del melograno cotte nel vino ed appoggiate curano i geloni La mela pestata decotta con 3 emine di vino fino ad un'emina elimina le coliche e le tenie La melagrana bruciata nel forno in una pentola nuova, poggiato un coperchio, e tritata e bevuta nel vino ferma l'intestino, allontana le coliche [110] Dai Greci è detto cytinus il primo prodotto di questo frutto che comincia a fiorire, con un esperimento di molti di notevole applicazione |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 25, Paragrafi 28-32
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 25, Paragrafi 28-32
si quis unum ex his, solutus vinculo omni cinctus et calciatus atque etiam anuli, decerpserit II digitis, pollice et quarto, sinistrae manus atque ita lustratis levi tactu oculis in os additum devoraverit, ne dente contingat, adfirmatur nullam oculorum inbecillitatem passurus eodem anno [111] iidem cytini siccati tritique carnes excrescentes cohibent, gingivis et dentibus medentur, vel si mobiles sint, decocto suco ipsa corpuscula trita ulceribus, quae serpunt putrescuntve, inlinuntur, item oculorum inflammationi intestinorumque et fere ad omnia quae cortices malorum adversantur scorpionibus [112] Non est satis mirari curam diligentiamque priscorum, qui omnia scrutati nihil intemptatum reliquerunt in hoc ipso cytino flosculi sunt, antequam scilicet malum ipsum prodeat, erumpentes, quos balaustium vocari diximus |
Se qualcuno, liberato da ogni legame di cintura e di calzare ed anche di anello, avrà raccolto uno di questi, con due dita, col pollice e col quarto dito, della mano sinistra e toccati così gli occhi con leggero tatto avrà mangiato quello messo in bocca, cosicché il dente non tocchi, si dice che non sopporterà alcuna debolezza degli occhi in quell'anno [111] Gli stessi citini seccati e tritati tolgono le escrescenze carnose, curano gengive e denti, o se sono mobili, con succo decotto Gli stessi piccoli boccioli tritati sono spalmati sulle ulcere, che serpeggiano o imputridiscono, ugualmente per l'infiammazione degli occhi e degli intestini e per quasi tutti quei mali che (richiedono) le cortecce dei meli Si oppongono agli scorpioni [112] Non è ammirata abbastanza la cura e la diligenza degli antichi, che hanno ricercato tutto e non hanno lasciato nulla d'intentato In questo stesso citino ci sono fiorellini che sbocciano, certo prima che compaia la mela stessa, che abbiamo detto essere chiamati balaustium |
hos quoque ergo experti invenere scorpionibus adversari sistunt potu menses feminarum, sanant ulcera oris, tonsillas, uvam, sanguinis excreationes, ventris et stomachi solutiones, genitalia, ulcera quacumque in parte manantia [113] siccavere etiam, ut sic quoque experirentur, inveneruntque tusorum farina dysintericos a morte revocari alvum sistunt quin et nucleos ipsos acinorum experiri non piguit tosti tusique stomachum iuvant cibo aut potionibus radix decocta sucum remittit, qui taenias necat victoriati pondere eadem discocta in aqua quas lycium praestat utilitates [114] Est et silvestre punicum a similitudine appellatum eius radices rubro cortice denari pondere ex vino potae somnos faciunt semine poto aqua, quae subierit cutem, siccatur mali punici corticis fumo culices fugantur |
Dopo aver sperimentato dunque anche questi scoprirono che erano ostili agli scorpioni Bevendone fermano le mestruazioni delle donne, curano le ulcere della bocca, le tonsille, la gola, le emissioni di sangue, i flussi del ventre e dello stomaco, i genitali, le ulcere che suppurano in qualunque parte [113] Li seccarono anche, per sperimentarli anche così, e scoprirono che con la farina di quelli pestati i dissenterici sono richiamati dalla morte Fermano l'intestino Anzi non evitarono a sperimentare gli stessi noccioli degli acini Arrostiti e pestati nel cibo o nelle bevande aiutano lo stomaco La radice decotta emana un succo, che uccide le tenie con la misura di un vittoriano La stessa cotta in acqua fornisce i vantaggi del licio [114] C'è anche un melograno selvatico denominato per la somiglianza Le sue radici con scorza rossa nella dose di un denario bevute nel vino inducono i sonni Bevuto il seme si asciuga l'acqua, che si forma sotto la pelle Col fumo della corteccia del melograno si cacciano le zanzare |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 10, Paragrafi 81-93
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 10, Paragrafi 81-93
[115] Pirorum omnium cibus, etiam valentibus onerosus, aegris vini quoque modo negatur decocta eadem mire salubria et grata, praecipue Crustumina; quaecumque vero cum melle decocta stomachum adiuvant fiunt cataplasmata e piris ad discutienda corporum vitia, et decocto eorum ad duritias utuntur ipsa adversantur boletis atque fungsi pelluntque pondere et pugnante suco [116] Pirum silvestre tardissime maturescit conciditur suspensumque siccatur ad sistendam alvum, quod et decoctum eius potu praestat decocuntur et folium cum pomo ad eosdem usus pirorum ligni cinis contra fungos etiamnum efficacius proficit Mala piraque iumentis portatu mire gravia sunt vel pauca remedio aiunt esse, si prius edenda dentur aliqua aut utique ostendantur [117] Fici sucus lacteus aceti naturam habet, itaque coaguli modo lac contrahit |
[115] Il nutrimento di tutte le pere, pesante anche per quelli sani, è vietato ai malati allo stesso modo del vino Le stesse cotte straordinariamente salutari e gradite, soprattutto quelle di Crustumio; veramente qualunque cotta nel miele aiuta lo stomaco Ottengono cataplasmi dalle pere per rimuovere i mali dei corpi, e usano il loro decotto per gli indurimenti Le stesse ostacolano i boleti e i funghi e li espellono col peso e col succo che contrasta [116] La pera selvatica matura molto tardi Viene tagliata e appesa si fa seccare per fermare l'intestino, cosa che anche il suo decotto fornisce nel berlo Vengono cotte la foglia con il frutto per gli stessi usi La cenere del legno dei peri risulta più efficace anche contro i funghi Mele e pere anche poche sono notevolmente pesanti da trasportare per i giumenti Dicono essere di rimedio, se prima siano date alcune da mangiare o comunque siano mostrate [117] Il succo lattiginoso del fico ha la qualità dell'aceto, pertanto rapprende il latte al modo del coagulo |
excipitur ante maturitatem pomi et in umbra siccatur ad aperienda ulcera, cienda menstrua adpositu cum luteo ovi aut potu cum amylo podagris inlinitur cum farina Graeci feni et aceto pilos quoque detrahit palpebrarumque scabiem emendat, item lichenas et psoras alvum solvit [118] lactis ficulni natura adversatur crabronum vesparumque et similium venenis, privatim scorpionum idem cum axungia verrucas tollit folia et quae non maturuere fici strumis inlinuntur omnibusque, quae emollienda sint discutiendave; praestant hoc et per se folia et alius usus eorum in fricando lichene et alopeciis et quaecumque exulcerari opus sit [119] et adversus canis morsus ramorum teneri cauliculi cuti inponuntur iidem cum melle ulceribus, quae ceria vocantur, inlinuntur |
Viene estratto prima della maturazione del frutto ed è seccato all'ombra per aprire le ferite, facilitare le mestruazioni con un tuorlo d'uovo applicato o bevuto con amido Si spalma per le gotte con la farina di fieno greco ed aceto Toglie anche i peli delle palpebre ed elimina la scabbia, parimenti le lichene e le psoriasi Rilassa l'intestino [118] Il latte di fico per natura si oppone ai veleni di calabroni e vespe e simili, particolarmente degli scorpioni Lo stesso toglie le verruche con la sugna Le foglie e quelle parti del fico che non sono mature sono spalmate sulle scrofole e su tutte le parti, che siano da ammorbidire o da eliminare; producono questo anche le foglie di per sé Inoltre un altro loro uso nella lichene da frizionare e nelle alopecie e qualunque cosa abbia bisogno di essere esulcerata [119] Anche contro i morsi dei cani sono applicati sulla pelle teneri steli di rami Gli stessi vengono spalmati col miele per le ulcere, che chiamano ceria |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 05, Paragrafi 61-87
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 05, Paragrafi 61-87
extrahunt infracta ossa cum papaveris silvestris foliis; canum rabiosorum morsus folio trito ex aceto restingunt e nigra fico candidi cauliculi inlinuntur furunculis, muris aranei morsibus cum cera cinis earum e foliis gangraenis cunsumendisque quae excrescant [120] fici maturae urinam cient, alvum solvunt, sudorem movent papulasque, ob id autumno insalubres, quoniam sudantia huius cibi opera corpora perfrigescunt nec stomacho utiles, set ad breve tempus, et voci contrariae intelleguntur novissimae salubriores quam primae, medicatae vero numquam iuvenum vires augent, senibus meliorem valitudinem faciunt minusque rugarum sitim sedant, calorem refrigerant, ob id non negandae in febribus constrictis, quas stegnas vocant [121] siccae fici stomachum laedunt, gutturi et faucibus magnifice utiles natura his excalfaciendi |
Estraggono le schegge frantumate con le foglie del papavero selvatico; guariscono i morsi dei cani rabbiosi con la foglia tritata con l'aceto I gambi chiari (presi) dal fico nero sono spalmati per i foruncoli, con la cera per i morsi del toporagno La loro cenere (presa) dalle foglie per le cancrene e le escrescenze che aumentano [120] I fichi maturi agevolano l'urina, rilassano l'intestino, smuovono il sudore e le pustole, per ciò insalubri in autunno, perché i corpi che sudano a causa di questo cibo si raffreddano Né utili per lo stomaco, ma per breve tempo, e sono ritenuti contrari per la voce Gli ultimissimi più salutari dei primi, quelli trattati invece mai Aumentano le energie dei giovani, rendono migliore la salute ai vecchi e meno rughe Placano la sete, rinfrescano il calore, per ciò non sono da rifiutare nelle febbri costrittive, che chiamano stegne [121] I fichi secchi danneggiano lo stomaco, utili per la gola e gli esofagi Per questi la qualità di riscaldare |
sitim adferunt, alvum molliunt, rheumatismis eius et stomacho contrariae, vesicae semper utiles et anhelatoribus ac suspiriosis, item iocinerum, renium, lienum vitiis corpus et vires adiuvant; ob id antea athletae hoc cibo pascebantur, Pythagoras exercitator primus ad carnes eos transtulit; [122] recolligentes se a longa valitudine utilissime item comitialibus et hydropicis omnibusque, quae maturanda aut discutienda sint, inponuntur, efficacius calce aut nitro aut iri admixta coctae cum hysopo pectus purgant, pituitam, tussim veterem, cum vino autem sedem et tumores maxillarum ad furunculos, panos, parotidas decoctae inlinuntur utile et decocto fovere earum, feminasque decocto eodem cum faeno Graeco [123] utiles sunt et pleuriticis ac peripneumonicis, cum ruta coctae torminibus |
Apportano sete, rilassano l'intestino, contrari al loro catarro e allo stomaco, sempre utili per la vescica e gli asmatici e gli affannati, ugualmente per i mali di fegati, reni, milze Aiutano i corpi e le forze; per ciò prima gli atleti si nutrivano con questo cibo, per primo l'allenatore Pitagora li rivolse verso le carni; [122] Molto efficacemente quelli che si riprendono da una lunga malattia Parimenti sono spalmati agli epilettici e agli idropici e per tutti i mali, che siano da maturare o eliminare, più efficacemente con calce o salnitro o iris mescolata Cotti con issopo purificano il petto, la pituita, la tosse cronica, col vino poi il sedere e i tumori delle mascelle Decotti sono spalmati per i foruncoli, i tumori, le parotidi Utile anche curare con il loro decotto, e col decotto stesso (curare) le donne con fieno greco [123] Sono utili anche per i pleuritici e i malati di polmoni, cotti con ruta per le coliche |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 96-116
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 96-116
prosunt tibiarum ulceribus cum aeris flore, et parotidi, pterygiis cum punico malo, ambustis, pernionibus cum cera, hydropicis coctae in vino et cum absinthio et farina hordeacia nitro addito manducatae alvum solvunt scorpionum ictibus cum sale tritae inlinuntur carbunculos extrahunt in vino coctae et inpositae carcinomati, si sine ulcere sit, quam pinguissimam ficum inponi paene singulare remedium est, item phagedaenae [124] cinis non ex alia arbore acrior purgat, conglutinat, replet, adstringit bibitur et ad discutiendum sanguinem concretum, item percussis, praecipitatis, ruptis, convulsis cineris cyathus in singulis aquae et olei datur tetanicis et spasticis, item potus vel infusus coeliacis et dysintericis et si quis cum oleo perunguatur, excalfacit idem cum cera et rosaceo subactus ambustis cicatricem tenuissimam obducit |
Giovano alle ulcere delle tibie col verderame, e alla parotide, alle escrescenze con la melagrana, alle scottature, ai geloni con la cera, cotte nel vino agli idropici e con assenzio e farina di orzo Mangiati con salnitro aggiunto rilassano l'intestino Tritati col sale sono spalmati per le ferite degli scorpioni Cotti nel vino ed applicati estraggono i carbonchi Per il carcinoma, se è senza ulcera, è un rimedio quasi unico che sia messo sopra un fico quanto più grasso, ugualmente per la fagedena [124] Non cenere più acre da un altro albero Purifica, cicatrizza, riempie, astringe Viene bevuto anche per eliminare il sangue rappreso, parimenti un ciato di cenere in uno di acqua e olio per i contusi, i caduti, i fratturati, gli slogati Viene dato ai malati di tetano e agli spastici, ugualmente bevuto o infuso ai celiaci e ai dissenterici E se qualcuno se ne unge con l'olio, riscalda Lo stesso impastato con la cera e l'olio di rose lascia sulle bruciature una cicatrice molto leggera |