Si atro die faxit insciens, probe factum esto Si nocte siue luce, si seruus siue liber faxit, probe factum esto Si antidea senatus populusque iusserit fieri ac faxitur, eo populus solutus liber esto Eiusdem rei causa ludi magni uoti aeris trecentis triginta tribus milibus, [trecentis triginta tribus] triente, praeterea bubus Ioui trecentis, multis aliis diuis bubus albis atque ceteris hostiis Votis rite nuncupatis supplicatio edicta; supplicatumque iere cum coniugibus ac liberis non urbana multitudo tantum sed agrestium etiam, quos in aliqua sua fortuna publica quoque contingebat cura |
Se qualcuno avrà compiuto il sacrificio in un giorno nefasto senza saperlo, sia fatto giustamente Se questo sacrificio sarà fatto di notte o di giorno o da un servo o da un libero, sia ben fatto Se poi sarà fatto prima che il senato e il popolo romano abbiano ordinato di farlo, di questo sacrificio il popolo sarà interamente libero Allo stesso scopo furono votati giochi solenni con una spesa di trecentotrentatremilatrecentotrentatré assi e un terzo di asse; si deliberò, inoltre, di offrire in voto a Giove trecento buoi e a molte altre divinità buoi bianchi ed altre vittime Pronunciati solennemente, secondo il rito i voti, fu ordinata una pubblica preghiera; andarono a supplicare non solo una folla di cittadini con mogli e figli, ma anche una moltitudine di contadini, tutti quelli che, data la loro discreta fortuna privata, erano presi da grande preoccupazione |
Tum lectisternium per triduum habitum decemuiris sacrorum curantibus: sex puluinaria in conspectu fuerunt, Ioui ac Iunoni unum, alterum Neptuno ac Mineruae, tertium Marti ac Veneri, quartum Apollini ac Dianae, quintum Volcano ac Vestae, sextum Mercurio et Cereri Tum aedes uotae Veneri Erycinae aedem Q Fabius Maximus dictator uouit, quia ita ex fatalibus libris editum erat ut is uoueret cuius maximum imperium in ciuitate esset; Menti aedem T Otacilius praetor uouit |
I decemviri addetti ai sacrifici provvidero a fare per tre giorni un lettisternio; furono preparati in pubblico sei letti: uno per Giove e Giunone, l'altro per Nettuno e Minerva, un terzo per Marte e Venere un quarto per Apollo e Diana, un quinto per Vulcano e Vesta e un sesto per Mercurio e Cerere Furono poi promessi in voto dei templi Il dittatore Q Fabio Massimo promise in voto un tempio a Venere Ericina, perché era scritto nei libri Sibillini che il voto fosse fatto da colui che teneva nella città il massimo potere; il pretore T Otacilio consacrò a sua volta un tempio alla dea Mente |