Totius autem rei consilium his rationibus explicabat, ut, si Pompeius eodem contenderet, abductum ilium a mari atque ab eis copiis, quas Dyrrachii comparaverat, abstractum pari condicione belli secum decertare cogeret; si in Italiam transiret, coniuncto exercitu cum Domitio per Illyricum Italiae subsidio proficisceretur; si Apolloniam Oricumque oppugnare et se omni maritima ora excludere conaretur, obsesso Scipione necessario illum suis auxilium ferre cogeret Itaque praemissis nuntiis ad Cn Domitium Caesar ei scripsit et, quid fieri vellet, ostendit, praesidioque Apolloniae cohortibus IIII, Lissi I, III Orici relictis, quique erant ex vulneribus aegri depositis, per Epirum atque Athamaniam iter facere coepit |
Secondo Cesare il piano di tutta l'azione bellica si basava su questi punti: se Pompeo si fosse diretto lì, Cesare lo avrebbe costretto a combattere privo di frumento e vettovaglie, lontano dal mare e da quelle truppe che aveva radunato a Durazzo, pertanto a condizioni pari alle sue; se Pompeo fosse invece passato in Italia, Cesare si sarebbe unito all'esercito di Domizio e, passando per l'Illiria, avrebbe portato aiuto all'Italia; se poi Pompeo avesse tentato di assalire Apollonia e Orico, tagliandolo fuori da tutti i lidi, Cesare, assediando Scipione, lo avrebbe costretto ad accorre in aiuto ai suoi Pertanto, mandati innanzi messi, Cesare scrisse a Cn Domizio, chiarendogli il proprio piano e, disposte quattro coorti di presidio ad Apollonia, una a Lissa, tre a Orico, lasciati quelli che erano inabili per le ferite, cominciò a marciare attraverso l'Epiro e l'Atamania |
Pompeius quoque de Caesaris consilio coniectura iudicans ad Scipionem properandum sibi existimabat: si Caesar iter illo haberet, ut subsidium Scipioni ferret; si ab ora maritima Oricoque discedere nollet, quod legiones equitatumque ex Italia exspectaret, ipse ut omnibus copiis Domitium aggrederetur [79] His de causis uterque eorum celeritati studebat, et suis ut esset auxilio, et ad opprimendos adversarios ne occasioni temporis deesset Sed Caesarem Apollonia a directo itinere averterat; Pompeius per Candaviam iter in Macedoniam expeditum habebat Accessit etiam ex improviso aliud incommodum, quod Domitius, qui dies complures castris Scipionis castra collata habuisset, rei frumentariae causa ab eo discesserat et Heracliam, quae est subiecta Candaviae, iter fecerat, ut ipsa fortuna illum obicere Pompeio videretur Haec ad id tempus Caesar ignorabat |
Anche Pompeo, prevedendo il piano di Cesare, giudicava opportuno raggiungere in fretta Scipione; se Cesare si dirigeva colà, egli avrebbe portato aiuto a Scipione; se Cesare non voleva allontanarsi dalla costa e da Orico, poiché attendeva legioni e cavalleria dall'Italia, egli avrebbe assalito Domizio con tutte le truppe 79 Per questi motivi entrambi volevano fare presto, e per essere di aiuto ai loro e per non perdere l'occasione di annientare i nemici Ma il transito per Apollonia aveva allontanato Cesare dalla via più breve, Pompeo invece, passando attraverso la Candavia, aveva un percorso agevole verso la Macedonia Inoltre improvvisamente sorse un'altra difficoltà, poiché Domizio che aveva per più giorni tenuto il campo di fronte a Scipione si era allontanato per fare provviste e si era diretto a Eraclea [Sentica che si trova ai piedi dei monti della Candavia], così che sembrava che la Fortuna stessa lo facesse incontrare con Pompeo Fino a quel momento Cesare ignorava questi fatti |
Simul a Pompeio litteris per omnes provincias civitatesque dimissis proelio ad Dyrrachium facto latius inflatiusque multo, quam res erat gesta, fama percrebuerat, pulsum fugere Caesarem paene omnibus copiis amissis; haec itinera infesta reddiderat, haec civitates nonnullas ab eius amicitia avertebat Quibus accidit rebus, ut pluribus dimissi itineribus a Caesare ad Domitium et a Domitio ad Caesarem nulla ratione iter conficere possent Sed Allobroges, Raucilli atque Egi familiares, quos perfugisse ad Pompeium demonstravimus, conspicati in itinere exploratores Domitii, seu pristina sua consuetudine, quod una in Gallia bella gesserant, seu gloria elati cuncta, ut erant acta, euerunt et Caesaris profectionem et adventum Pompei docuerunt |
Contemporaneamente, a causa delle lettere sul combattimento svoltosi presso Durazzo, inviate da Pompeo in tutte le province e città, lettere in cui i fatti venivano ampliati e gonfiati, si era diffusa la voce che Cesare era stato battuto e messo in fuga e che aveva perduto quasi tutte le truppe; Queste notizie avevano reso pericoloso il cammino di Cesare, queste notizie alienavano parecchie città dalla sua amicizia In seguito a questi fatti avvenne che i messi inviati per diverse vie da Cesare a Domizio e da Domizio a Cesare non poterono in alcun modo portare a termine il loro viaggio Ma gli Allobrogi, famigliari di Roucillo e di Eco, che, come abbiamo detto, erano fuggiti presso Pompeo, visti lungo il percorso gli esploratori di Domizio, un po' per la loro antica amicizia, poiché avevano combattuto insieme in Gallia, un po' perché spinti da vanagloria, riferirono tutto quanto l'accaduto e li informarono della partenza di Cesare e dell'arrivo di Pompeo |
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A quibus Domitius certior factus vix IIII horarum spatio antecedens hostium beneficio periculum vitavit et ad Aeginium, quod est oppidum obiectum Thessaliae, Caesari venienti occurrit [80] Coniuncto exercitu Caesar Gomphos pervenit, quod est oppidum primum Thessaliae venientibus ab Epiro; quae gens paucis ante mensibus ultro ad Caesarem legatos miserat, ut suis omnibus facultatibus uteretur, praesidiumque ab eo militum petierat Sed eo fama iam praecurrerat, quam supra docuimus, de proelio Dyrrachino, quod multis auxerat partibus |
Domizio, informato da questi, precedendo grazie a loro il nemico di appena quattro ore, evitò il pericolo e andò incontro a Cesare che giungeva presso Eginio, città situata di fronte alla Tessaglia 80 Una volta congiuntisi gli eserciti, Cesare giunse a Gonfi, la prima città della Tessaglia per chi giunge dall'Epiro; pochi mesi prima la popolazione di questa città aveva mandato spontaneamente ambasciatori a Cesare per mettergli a disposizione tutti i propri beni, chiedendogli un presidio di soldati Ma già era giunta colà, gonfiata in molte parti, la notizia, di cui parlammo, della battaglia di Durazzo |
Itaque Androsthenes, praetor Thessaliae, cum se victoriae Pompei comitem esse mallet quam socium Caesaris in rebus adversis, omnem ex agris multitudinem servorum ac liberorum in oppidum cogit portasque praecludit et ad Scipionem Pompeiumque nuntios mittit, ut sibi subsidio veniant: se confidere munitionibus oppidi, si celeriter succurratur; longinquam oppugnationem sustinere non posse Scipio discessu exercituum ab Dyrrachio cognito Larisam legiones adduxerat; Pompeius nondum Thessaliae appropinquabat Caesar castris munitis scalas musculosque ad repentinam oppugnationem fieri et crates parari iussit |
Pertanto Androstene, pretore della Tessaglia, preferendo essere compagno della vittoria di Pompeo piuttosto che alleato di Cesare nelle avversità, raduna dai campi nella città tutta la moltitudine di schiavi e liberi, chiude le porte e manda ambasciatori a Scipione e a Pompeo, chiedendo di venire in suo aiuto: egli confidava nelle fortificazioni della città, se avesse ricevuto soccorso in breve tempo; ma non era in grado di sostenere un assedio di lunga durata Scipione, venuto a conoscenza della partenza degli eserciti da Durazzo, aveva condotto le legioni a Larissa; Pompeo non era ancora vicino alla Tessaglia Cesare fortificò il campo e diede ordine di costruire scale e gallerie coperte e di preparare graticci in vista di un assalto improvviso |
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Quibus rebus effectis cohortatus milites docuit, quantum usum haberet ad sublevandam omnium rerum inopiam potiri oppido pleno atque opulento, simul reliquis civitatibus huius urbis exemplo inferre terrorem et id fieri celeriter, priusquam auxilia concurrerent Itaque usus singulari militum studio eodem, quo venerat, die post horam nonam oppidum altissimis moenibus oppugnare aggressus ante solis oocasum expugnavit et ad diripiendum militibus concessit statimque ab oppido castra movit et Metropolim venit, sic ut nuntios expugnati oppidi famamque antecederet |
Portati a termine questi lavori, dopo avere esortato i soldati, mostrò loro di quanta utilità sarebbe stato, per alleviare la mancanza di ogni cosa, impadronirsi di una città ricca e ben fornita e nello stesso tempo, con l'esempio di questa, incutere terrore alle altre città e fare ciò in breve tempo, prima dell'arrivo degli aiuti E così, approfittando di un eccezionale ardore dei soldati, nel medesimo giorno in cui era giunto, dopo le tre pomeridiane, cominciò ad assediare la città dalle altissime mura e la espugnò prima del tramonto; la lasciò al saccheggio dei soldati e subito mosse il campo e giunse a Metropoli prima che vi arrivassero notizie e fama della presa della città |