Nam cum sit in studiis praecipuum, quoque solo verus ille profectus et altis radicibus nixus paretur, scribere ipsum, tardior stilus cogitationem moratur, rudis et confusus intellectu caret: unde sequitur alter dictandi quae transferenda sunt labor | Infatti essendo importante negli studi lo stesso scrivere, con cui solo ci si procura anche quel vantaggio reale e radicato con profonde radici, lo stilo più lento frena la riflessione, rozzo e confuso manca di comprensione: da qui segue l'altra fatica di dettare quelle cose che sono da trascrivere |
[29] Quare cum semper et ubique, tum praecipue in epistulis secretis et familiaribus delectabit ne hoc quidem neglectum reliquisse | [29] Perciò poiché sempre e ovunque, allora particolarmente nelle riservate e familiari piacerà che ciò non sia stato certo tralasciato |
[30] Syllabis nullum compendium est: perdiscendae omnes nec, ut fit plerumque, difficillima quaeque earum differenda, ut in nominibus scribendis deprehendantur | [30] Per le sillabe non c'è nessuna abbreviazione: tutte da imparare e non, come avviene generalmente, da trascurare ciascuna molto difficile di esse, affinché siano imparate nello scrivere i nomi |
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Quintiliano, Institutio oratoria: Liber 1, 2
Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte Liber 1, 2
[31] Quin immo ne primae quidem memoriae temere credendum: repetere et diu inculcare fuerit utilius et in lectione quoque non properare ad continuandam eam vel adcelerandam, nisi cum inoffensa atque indubitata litterarum inter se coniunctio suppeditare sine illa cogitandi saltem mora poterit | [31] Anzi da non affidarsi certo temerariamente al primo ricordo: sarà stato più utile ripetere ed imprimere a lungo ed anche non affrettare nella pronuncia a doverla unire ed affrettare, se non quando un'unione semplice e facile delle lettere fra loro potrà aiutare almeno senza quella difficoltà del pensare |
tunc ipsis syllabis verba complecti et his sermonem conectere incipiat: [32] incredibile est quantum morae lectioni festinatione adiciatur | Allora cominci a unire le parole alle sillabe stesse e a collegare con queste il discorso: [32] E' incredibile quanto ritardo si provochi con la fretta per la lettura |
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Quintiliano, Institutio oratoria: 10; 01, 93-95
Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte 10; 01, 93-95
Hinc enim accidit dubitatio intermissio repetitio plus quam possunt audentibus, deinde cum errarunt etiam iis quae iam sciunt diffidentibus | Infatti da qui deriva il dubbio l'incertezza la ripetizione per quelli che osano più di quanto possono, che diffidano poi quando hanno sbagliato anche di quelle cose che già sanno |
[33] Certa sit ergo in primis lectio, deinde coniuncta, et diu lentior, donec exercitatione contingat emendata velocitas | [33] Dunque dagli inizi sia sicura la lettura, inoltre collegata, e a lungo più lenta, finché con l'esercizio la velocità risulti corretta |
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Quintiliano, Institutio oratoria: Liber 1, 10, 17-33
Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte Liber 1, 10, 17-33
[34] Nam prospicere in dextrum, quod omnes praecipiunt, et providere non rationis modo sed usus quoque est, quoniam sequentia intuenti priora dicenda sunt, et, quod difficillimum est, dividenda intentio animi, ut aliud voce aliud oculis agatur | [34] Infatti guardare verso destra, cosa che tutti consigliano, e vedere prima non fa parte solo della teoria, ma anche della pratica, perché per chi guarda le successive si devono dire le prime, e, il che è difficilissimo, doversi distinguere l'intenzione della mente, affinché sia fatta una cosa con la voce un'altra con gli occhi |
Illud non paenitebit curasse, cum scribere nomina puer, quemadmodum moris est, coeperit, ne hanc operam in vocabulis vulgaribus et forte occurrentibus perdat | Non ci si pentirà aver curato questo, quando il bambino comincerà a scrivere i nomi, come è d'abitudine, affinché non rovini questo sforzo nelle parole comuni e che capitano casualmente |
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Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte Liber 1, 5, 1-15
[35] Protinus enim potest interpretationem linguae secretioris, id est quas Graeci glossas vocant, dum aliud agitur ediscere, et inter prima elementa consequi rem postea proprium tempus desideraturam | [35] Infatti sa subito il significato di una parola più oscura, questo è ciò che i Greci chiamano glosse, mentre si tratta d'imparare altro, e tra i primi rudimenti conoscere un elemento che richiederà poi un proprio tempo |