Giulio II aveva perso la città di Bologna. La campagna militare era andata male e aveva fatto voto di non tagliarsi più la barba fino a che la peninsola non fosse stata liberata dagli stranieri. Il pontefice si fa rappresentare con la barba lunga. La scena riguarda il miracolo avvenuto 250 anni prima a Bolsena nel Lazio dove, nell'Estate 1263 un sacerdote boemo, Pietro da Praga, era assalito da dubbi circa la reale presenza di Gesù nell'ostia consacrata.
Pietro si recò in pellegrinaggio a Roma, nel tragitto di ritorno si fermò a Bolsena, città sul lago. Qui si celebrò una messa e al momento della consacrazione l'ostia cominciò a sanguinare. Pietro da Praga si recò subito dal papa Urbano IV, che si trovava a Orvieto e riferì l'evento miracoloso a cui aveva assistito. Il papa decise di inviare il vescovo di Orvieto per verificare i fatti dopodichè Urbano IV riconobbe il miracoloL'eucarestia è al centro della scena. Si vede un altare coperto da un telo composto da righe dorate. Pietro da Praga assiste al miracolo che avviene tra le sue mani mentre celebra la messa. L'ostia sanguina sul corporale. Da una parte alcuni chirichetti sono inginocciati tenendo delle candele accese, seguono uomini e donne del popolo che contemplano il prodigio. I gesti narrano di immenso stupore e incredulità. C'è commozione e si assiste travolti da fede e speranza. Sopra i chirichetti, due uomini discutono animatamente, uno sembra riluttante a credere mentre l'altro, nel tentativo di convincerlo, sembra dire: ma come ... hai visto tu stesso.
Dall'altra parte, Giulio II è inginocchiato e assiste ad un miracolo verificatosi più di 2 secoli prima. Alle sue spalle alcuni cardinali, alti prelati e addetti al trasporto della sedia gestatoria del papa. Il clero assiste con calma e sentita partecipazione e diviene testimone credibile del miracolo