Cicerone, Filippiche: 14; 31-35, pag 3

Cicerone, Filippiche: 14; 31-35

Latino: dall'autore Cicerone, opera Filippiche parte 14; 31-35
Atque utinam his omnibus abstergere fletum sententiis nostris consultisque possemus vel aliqua talis iis adhiberi publice posset oratio, qua deponerent maerorem atque luctum gauderentque potius, cum multa et varia impenderent hominibus genera mortis, id genus, quod esset pulcherrimum suis obtigisse eosque nec inhumatos esse nec desertos, quod tamen ipsum pro patria non miserandum putatur, nec dispersis bustis humili sepultura crematos, sed contectos publicis operibus atque muneribus eaque extructione, quae sit ad memoriam aeternitatis ara Virtutis Oh potessimo con le nostre proposte e i nostri decreti tergere le lacrime a tutti costoro o rivolgere loro a nome della patria delle parole i tali che li inducano a deporre il cordoglio e il lutto e a provare piuttosto gioia, pensando che, mentre gli uomini sono minacciati da tante e diverse specie di morte, ai loro congiunti è toccata la sorte più bella, e che non restano né insepolti né abbandonati una sorte, comunque, che non sarebbe, proprio essa, miseranda, se subita difendendo la patria, né racchiusi, dopo la cremazione, in tombe disperse con una povera cerimonia funebre, bensì sono sepolti in un pubblico monumento, innalzato come tributo donore, e così gigantesco che sarà nel ricordo dei secoli senza fine lara del Valore
[35] Quam ob rem maximum quidem solacium erit propinquorum eodem monumento declarari et virtutem suorum et populi Romani pietatem et senatus fidem et crudelissimi memoriam belli; in quo nisi tanta militum virtus exstitisset, parricidio Antoni nomen populi Romani occidisset [35] Di conseguenza, sarà per i congiunti un conforto davvero grandissimo veder testimoniati dal medesimo monumento il valore dei propri parenti, la pietà del popolo romano, la lealtà del senato e il ricordo di una guerra barbaramente spietata; una guerra nella quale lalto tradimento di Antonio avrebbe portato alla distruzione del nome stesso del popolo romano, se i soldati non si fossero dimostrati così valorosi
Atque etiam censeo, patres conscripti, quae praemia militibus promisimus nos re publica reciperata tributuros, ea vivis victoribusque cumulate, cum tempus venerit, persolvenda; qui autem ex iis, quibus illa promissa sunt, pro patria occiderunt, eorum parentibus, liberis, coniugibus, fratribus eadem tribuenda censeo E propongo pure, senatori, che le ricompense da noi promesse ai soldati, da consegnarsi dopo la riconquista della libertà dello stato, vengano al momento opportuno integralmente attribuite ai vivi e ai vincitori; quanto poi a coloro ai quali facemmo le stesse promesse, ma sono caduti per la patria, propongo che le stesse ricompense vadano assegnate ai loro genitori, ai loro figli, alle loro mogli, ai loro fratelli

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