Prese allora un piccolo disco di rame e ve ne adagiò sopra uno di zinco, quindi collocò uno strato di cartone imbevuto di acqua salata, proseguì aggiungendo un disco di rame, uno di zinco e il cartone bagnato, quindi ancora rame, zinco e così via, fino a formare una colonna o una catasta. In altre parole, creò una pila, anche detta batteria.
La funzione del cartone imbevuto di acqua salata era quella di trasmettere l'elettricità evitando il contatto tra i due metalli. Il risultato fu elettrizzante, probabilmente la rudimentale batteria non generò che pochi volt - l'unità di misura del potenziale elettrico che deve il suo nome allo scienziato italiano - ma la quantità prodotta fu sufficiente ad accendere una piccola scintilla nel momento in cui le due estremità furono collegate da un pezzo di filo, e a provocargli una lieve folgorazione.
La notizia si diffonde.
Volta compì la sua scoperta nel 1799 e la voce si diffuse rapidamente. Nel 1801 tenne una dimostrazione in presenza di Napoleone Bonaparte ma, dato forse ancora più importante, nel marzo del 1800 aveva riferito i risultati a sir Joseph Banks, presidente della Royal Society in Gran Bretagna. La lunga lettera si intitolava: sull'elettricità eccitata dal semplice contatto di sostanze conduttrici di diversa natura
e forniva una descrizione dell'apparecchio di Volta: "pongo dunque orizzontalmente su una tavola, o una base qualunque, uno dei piatti metallici, per esempio uno d'argento, e su questo primo ne adatto un secondo di zinco, su questo secondo stendo uno dei dischi ammolliti, poi un altro piatto d'argento, seguiti immediatamente da un altro di zinco... a formare … una colonna tanto alta che possa sostenersi senza crollare".
Sprovvisto di un cicalino o di un semiconduttore per rilevare il voltaggio, Volta usò il proprio corpo senza preoccuparsi di eventuali scosse elettriche: "ora questa forza è tale che io arrivo a ricevere da una tale colonna, formata da 20 paia di piatti (ma non di più), delle commozioni che prendono tutto il dito, e lo colpiscono pure assai dolorosamente".
Volta dimostrò il funzionamento della pila elettrica a Napoleone all'istituto National di Parigi nel 1801. Napoleone fu talmente colpito dall'invenzione da nominarlo Conte quello stesso anno