Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 05-06 Parte 03, pag 3

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 05-06 Parte 03

Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libri 05-06 Parte 03
Faciat: at ego illam diu expertus sum

' 'Quando

' inquis

Antequam nascerer

Mors est non esse

Id quale sit iam scio hoc erit post me quod ante me fuit

Si quid in hac re tormenti est, necesse est et fuisse, antequam prodiremus in lucem; atqui nullam sensimus tunc vexationem

Rogo, non stultissimum dicas si quis existimet lucernae peius esse cum exstincta est quam antequam accenditur

Nos quoque et exstinguimur et accendimur: medio illo tempore aliquid patimur, utrimque vero alta securitas est

In hoc enim, mi Lucili, nisi fallor, erramus, quod mortem iudicamus sequi, cum illa et praecesserit et secutura sit

Quidquid ante nos fuit mors est; quid enim refert non incipias an desinas, cum utriusque rei hic sit effectus, non esse
Faccia pure: l'ho sperimentata a lungo

Quando

mi chiedi

Prima di nascere

La morte è non esistere

E ormai so com'è: dopo di me sarà ciò che fu prima di me

Se nella morte c'è tormento, ci fu necessariamente anche prima che venissimo alla luce; ma allora non sentimmo nessuna sofferenza

Ti chiedo: se uno pensasse che per una lucerna è peggio quando è spenta che prima di essere accesa, non lo giudicheresti veramente stupido

Anche noi ci accendiamo e ci spegniamo: in quell'intervallo proviamo qualche sofferenza; prima e dopo, invece, c'è una profonda serenità

Questo, se non m'inganno, è il nostro errore, Lucilio mio: crediamo che la morte ci segua e, invece, ci ha preceduto e ci seguirà

Tutto quello che è stato prima di noi è morte; che importa se non cominci oppure finisci, quando il risultato in entrambi i casi è questo: non esistere
His et eiusmodi exhortationibus - tacitis scilicet, nam verbis locus non erat - alloqui me non desii; deinde paulatim suspirium illud, quod esse iam anhelitus coeperat, intervalla maiora fecit et retardatum est

At remansit, nec adhuc, quamvis desierit, ex natura fluit spiritus; sentio haesitationem quandam eius et moram

Quomodo volet, dummodo non ex animo suspirem

Hoc tibi de me recipe: non trepidabo ad extrema, iam praeparatus sum, nihil cogito de die toto

Illum tu lauda et imitare quem non piget mori, cum iuvet vivere: quae est enim virtus, cum eiciaris, exire

Tamen est et hic virtus: eicior quidem, sed tamquam exeam
Ho continuato a rivolgere a me stesso queste e altre esortazioni dello stesso tipo (in silenzio, s'intende: non potevo parlare); poi a poco a poco quella difficoltà di respiro, che ormai cominciava a essere affanno, venne a intervalli maggiori e si arrestò

Ma ha lasciato uno strascico e pur essendo finito l'attacco, la respirazione non è ancora tornata alla normalità; sento che è come impacciata e impedita

Sia come sia, purché l'affanno non provenga dall'anima

Tieni questo per certo: non trepiderò nel momento supremo, sono ormai preparato, non faccio programmi per l'intera giornata

Tu apprezza e imita l'uomo a cui non rincresce morire, quando vivere gli è gradito: che coraggio ci sarebbe a morire, se si è banditi dalla vita

Tuttavia, anche in questo caso ci può essere coraggio: sì, sono scacciato, ma me ne vado come se lo facessi di mia volontà
Et ideo numquam eicitur sapiens quia eici est inde expelli unde invitus recedas: nihil invitus facit sapiens; necessitatem effugit, quia vult quod coactura est

Vale

A gestatione cum maxime venio, non minus fatigatus quam si tantum ambulassem quantum sedi; labor est enim et diu ferri, ac nescio an eo maior quia contra naturam est, quae pedes dedit ut per nos ambularemus, oculos ut per nos videremus

Debilitatem nobis indixere deliciae, et quod diu noluimus posse desimus

Mihi tamen necessarium erat concutere corpus, ut, sive bilis insederat faucibus, discuteretur, sive ipse ex aliqua causa spiritus densior erat, extenuaret illum iactatio, quam profuisse mihi sensi
Perciò il saggio non sarà mai scacciato: essere scacciato significa essere allontanato da un luogo contro la propria volontà; ma il saggio non fa niente contro la sua volontà; sfugge alla necessità perché vuole ciò che essa gli imporrà di fare

Stammi bene

Ritorno proprio ora dalla passeggiata in lettiga stanco come se avessi camminato tanto tempo quanto sono stato seduto: è una fatica anche l'essere trasportati a lungo e non so se è maggiore perché contro natura: la natura ci ha dato i piedi per camminare da soli, gli occhi per vedere da soli

Le mollezze ci hanno indebolito e non possiamo più fare ciò che per lungo tempo non abbiamo voluto fare

Tuttavia era per me indispensabile scuotere il corpo, sia perché si dissipasse la bile che avevo in gola, sia perché lo sballottamento normalizzasse il respiro che per qualche motivo era troppo frequente; insomma, mi è parso che mi giovasse

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Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 03-04 Parte 01

Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libri 03-04 Parte 01

Ideo diutius vehi perseveravi invitante ipso litore, quod inter Cumas et Servili Vatiae villam curvatur et hinc mari, illinc lacu velut angustum iter cluditur

Erat autem a recenti tempestate spissum; fluctus enim illud, ut scis, frequens et concitatus exaequat, longior tranquillitas solvit, cum harenis, quae umore alligantur, sucus abscessit

Ex consuetudine tamen mea circumspicere coepi an aliquid illic invenirem quod mihi posset bono esse, et derexi oculos in villam quae aliquando Vatiae fuit

In hac ille praetorius dives, nulla alia re quam otio notus, consenuit, et ob hoc unum felix habebatur

Nam quotiens aliquos amicitiae Asinii Galli, quotiens Seiani odium, deinde amor merserat - aeque enim offendisse illum quam amasse periculosum fuit -, exclamabant homines, 'o Vatia, solus scis vivere'
Ho, perciò continuato a farmi trasportare, invitato anche dalla costa, che forma una curva tra Cuma e la villa di Servilio Vazia: da una parte il mare, dall'altra il lago la chiudono a formare uno stretto passaggio

Una recente burrasca lo aveva reso compatto; come sai, le onde ripetute e violente spianano il litorale; un periodo piuttosto lungo di bel tempo, invece, lo sfalda, perché la sabbia, che viene tenuta insieme dall'acqua, perde l'umidità

Come mia abitudine, ho cominciato a guardarmi intorno per trovare qualcosa che potesse essermi utile e ho rivolto lo sguardo alla villa che un tempo era di Vazia

Là era diventato vecchio quel ricco ex pretore, noto solo per la sua vita ritirata e solo per questo motivo ritenuto fortunato

Tutte le volte che l'amicizia per Asinio Gallo, oppure l'odio o l'amore per Seiano (era ugualmente pericoloso sia averlo offeso, sia averlo amato) faceva cadere qualcuno in disgrazia, la gente esclamava: Vazia, tu solo sai vivere
At ille latere sciebat, non vivere; multum autem interest utrum vita tua otiosa sit an ignava

Numquam aliter hanc villam Vatia vivo praeteribam quam ut dicerem, 'Vatia hic situs est'

Sed adeo, mi Lucili, philosophia sacrum quiddam est et venerabile ut etiam si quid illi simile est mendacio placeat

Otiosum enim hominem seductum existimat vulgus et securum et se contentum, sibi viventem, quorum nihil ulli contingere nisi sapienti potest

Ille solus scit sibi vivere; ille enim, quod est primum, scit vivere

Nam qui res et homines fugit, quem cupiditatum suarum infelicitas relegavit, qui alios feliciores videre non potuit, qui velut timidum atque iners animal metu oblituit, ille sibi non vivit, sed, quod est turpissimum, ventri, somno, libidini; non continuo sibi vivit qui nemini
Ma lui sapeva stare nascosto, non vivere; c'è una grande differenza tra una vita ritirata e una vita oziosa

Non passavo mai davanti a questa villa, quando era vivo, senza dire: Qui è sepolto Vazia

Ma, mio caro Lucilio, la filosofia è talmente sacra e veneranda che se qualcosa le somiglia, la apprezziamo nonostante sia una contraffazione

Per la massa chi conduce una vita appartata è un uomo libero da impegni, sereno, soddisfatto di sé, che vive per se stesso; e, invece, tutto ciò può toccare solo al saggio

Lui solo sa vivere per se stesso, perché egli, e questa è la cosa più importante, sa vivere

Chi fugge uomini e cose, chi si isola perché deluso nelle proprie aspettative, chi non può sopportare la vista di altri più fortunati, chi si nasconde per paura, come un animale pavido e incapace di reagire, quell'uomo non vive per se stesso, ma, ed è veramente una vergogna, per mangiare, dormire e soddisfare tutti i propri piaceri; Non vive per sé chi non vive per nessuno

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Adeo tamen magna res est constantia et in proposito suo perseverantia ut habeat auctoritatem inertia quoque pertinax

De ipsa villa nihil tibi possum certi scribere; frontem enim eius tantum novi et exposita, quae ostendit etiam transeuntibus

Speluncae sunt duae magni operis, cuivis laxo atrio pares, manu factae, quarum altera solem non recipit, altera usque in occidentem tenet

Platanona medius rivus et a mari et ab Acherusio lacu receptus euripi modo dividit, alendis piscibus, etiam si assidue exhauriatur, sufficiens

Sed illi, cum mare patet, parcitur: cum tempestas piscatoribus dedit ferias, manus ad parata porrigitur

Hoc tamen est commodissimum in villa, quod Baias trans parietem habet: incommodis illarum caret, voluptatibus fruitur

Has laudes eius ipse novi: esse illam totius anni credo; occurrit enim Favonio et illum adeo excipit ut Bais neget
Tuttavia l'essere costanti e il perseverare nei propri propositi ha una forza tale che anche l'inerzia ostinata incute un certo rispetto

Sulla villa non ti posso scrivere niente di preciso; ne conosco solo la facciata e l'esterno visibile a chiunque passi

Ci sono due grotte artificiali, opera grandiosa, ampie come un vasto atrio: sull'una non batte mai il sole, l'altra lo riceve fino al tramonto

Un ruscello, formato dall'acqua del mare e del lago Acherusio, simile a un canale, attraversa un boschetto di platani ed è sufficiente a nutrire dei pesci, anche se vi si attinge incessantemente

Quando si può andare per mare, lo si risparmia; ma se il brutto tempo costringe i pescatori a un riposo forzato, si mette mano a quella comoda riserva

La maggiore prerogativa della villa è, però l'avere Baia vicina: si godono i piaceri che essa offre, senza subirne gli svantaggi

E so che ha anche questo vantaggio: penso sia abitabile tutto l'anno; vi soffia, infatti, lo zefiro, che essa riceve togliendolo a Baia
Non stulte videtur elegisse hunc locum Vatia in quem otium suum pigrum iam et senile conferret

Sed non multum ad tranquillitatem locus confert: animus est qui sibi commendet omnia

Vidi ego in villa hilari et amoena maestos, vidi in media solitudine occupatis similes

Quare non est quod existimes ideo parum bene compositum esse te quod in Campania non es

Quare autem non es

huc usque cogitationes tuas mitte

Conversari cum amicis absentibus licet, et quidem quotiens velis, quamdiu velis

Magis hac voluptate, quae maxima est, fruimur dum absumus; praesentia enim nos delicatos facit, ct quia aliquando una loquimur, ambulamus, consedimus, cum diducti sumus nihil de iis quos modo vidimus cogitamus

Et ideo aequo animo ferre debemus absentiam, quia nemo non multum etiam praesentibus abest
Non fu sciocco Vazia a scegliere questa località per trascorrervi da vecchio una vita appartata e inoperosa

Ma il luogo di residenza influisce poco sulla serenità: è l'animo che dà valore alle cose

Ho visto con i miei occhi uomini tristi in ville ridenti e amene, ho visto uomini che parevano indaffarati in piena solitudine

Perciò non devi pensare di non star bene perché non sei in Campania

E perché, poi, non ci sei

Indirizza qui i tuoi pensieri

Puoi intrattenerti con gli amici assenti ogni volta e per tutto il tempo che vuoi

Quando siamo lontani godiamo maggiormente di questo grandissimo piacere; il frequentarsi ci rende esigenti e poiché talvolta parliamo, passeggiamo, sediamo insieme, quando ci separiamo non pensiamo alle persone che abbiamo visto da poco

Dobbiamo sopportare serenamente la lontananza perché spesso si è molto distanti anche da chi ci sta vicino

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Pone hic primum noctes separatas, deinde occupationes utrique diversas, deinde studia secreta, suburbanas profectiones: videbis non multum esse quod nobis peregrinatio eripiat

Amicus animo possidendus est; hic autem numquam abest; quemcumque vult cotidie videt

Itaque mecum stude, mecum cena, mecum ambula: in angusto vivebamus, si quicquam esset cogitationibus clusum

Video te, mi Lucili; cum maxime audio; adeo tecum sum ut dubitem an incipiam non epistulas sed codicellos tibi scribere

Vale

Tieni conto innanzi tutto della separazione notturna, poi delle occupazioni diverse, degli studi fatti in solitudine, degli spostamenti fuori città: vedrai che i viaggi non ci tolgono molto

L'amico bisogna averlo nel cuore; il cuore non è mai lontano e ogni giorno vede chi vuole

Perciò studia con me, pranza con me, con me passeggia: vivremmo davvero un'esistenza ristretta, se i nostri pensieri avessero un limite

Ti vedo, mio caro, proprio ora ti sento; ti sono così vicino che non so se devo cominciare a scriverti una lettera o un biglietto

Stammi bene

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