Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 32, Paragrafi 01-63, pag 4

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 32, Paragrafi 01-63

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 32, Paragrafi 01-63
[59] Et ostrea adversantur isdem, nec potest videri satis dictum esse de iis, cum palma mensarum diu iam tribuatur illis

gaudent dulcibus aquis et ubi plurimum influant amnes; ideo pelagia parva et rara sunt

gignuntur tamen et in petrosis carentibusque aquarum dulcium adventu, sicut circa Grynium et Myrinam

grandescunt sideris quidem ratione maxime, ut in natura aquatilium diximus, sed privatim circa initia aestatis multo lacte praegnatia atque ubi sol penetret in vada

[60] haec videtur causa, quare minora in alto reperiantur; opactias cohibet incrementum, et tristitia minus adpetunt cibos
[59] Anche le ostriche s'oppongono agli stessi, e non può sembrare essere stato detto abbastanza di esse, poiché da tempo ormai è attribuito a quelle il primato delle mense

Amano le acque dolci e soprattutto dove sfociano i fiumi; perciò quelle di mare sono piccole e rare

Ma sono prodotte anche in luoghi pietrosi e privi dell'apporto di acque dolci, come intorno a Grinio e Mirina

Crescono poi soprattutto in ragione della costellazione, come abbiamo detto nella natura degli esseri acquatici, ma piene di molto latte specie verso gli inizi dell'estate e dove il sole penetra nei guadi

[60] Questo sembra il motivo, per cui si trovano più piccole in alto mare; l'oscurità impedisce la crescita, e per la tristezza cercano meno i cibi
variantur coloribus, rufa Hispaniae, fusca Illyrico, nigra et carne et testa Cerceis, praecipua vero habentur in quacumque gente spissa nec saliva sua lubrica, crassitudine potius spectanda quam latitudine, neque in lutosis capta neque in harenosis, sed solido vado, spondylo brevi atque non carnoso, nec fibris laciniosa ac tota in alvo

[61] addunt peritiores notam ambiente purpureo crine fibras, eoque argumento generosa interpretantur calliblephara ea appellantes

gaudent et peregrinatione transferrique in ignotas aquas

sic Brundisina in Averno compasta et suum retinere sucum et a Lucrino adoptare creduntur

[62] Haec sint dicta de corpore; dicemus et de nationibus, ne fraudentur gloria sua litora, sed dicemus aliena lingua quaeque peritissima huius censurae in nostro aevo fuit
Sono varie nei colori, rossastre (quelle) della Spagna, scure nell'Illirico, nere sia nella carne sia nel guscio al Circeo, sono ritenute inoltre speciali fra qualunque popolo le grosse e non viscide per la loro saliva, da ammirare piuttosto per la grandezza che la larghezza, e prese non in luoghi fangosi né sabbiosi, ma in un guado compatto, con il peduncolo corto e non carnoso, né dentellata nei lobi e tutta nell'alveo

[61] Quelli più esperti aggiungono un elemento i lobi con un filo purpureo che circonda, e per questa prova sono considerate di buona qualità chiamandole calliblephare

Godono anche dello spostamento ed essere trasferite in acque sconosciute

Così quelle di Brindisi nutrite nell'Averno sono ritenute trattenere il proprio succo e prenderne dal Lucrino

[62] Sono state dette queste cose riguardo al corpo; parleremo anche dei paesi, affinché le coste non siano defraudate della loro fama, ma parleremo con una lingua straniera quella che fu la più esperta di questo giudizio nel nostro tempo
sunt ergo Muciani verba, quae subiciam: Cyzicena maiora Lucrinis, dulciora Brittannicis, suaviora Medullis, acriora Ephesis, pleniora Iliciensibus, sicciora Coryphantenis, teneriora Histricis, candidiora Cerceiensibus

sed his neque dulciora neque teneriora ulla esse compertum est

[63] in Indico mari Alexandri rerum auctores pedalia inveniri prodidere, nec non inter nos nepotis cuiusdam nomenclatura tridacna appellavit, tantae amplitudinis intellegi cupiens, ut ter mordenda essent

Sono dunque le parole di Muciano, che riporterò: quelle di Cizico maggiori di quelle del Lucrino, più dolci delle britanniche, più saporite di quelle del Medoc, più piccanti di quelle di Efeso, più piene di quelle di Ilico, più asciutte di quelle di Corifante, più tenere di quelle dell'Istria, più bianche di quelle del Circeo

Ma si è scoperto che non c'è nessuna né più dolce né più tenera di queste

[63] Gli storici di Alessandro hanno riferito che nel mare indiano furono trovate quelle lunghe un piede, e fra di noi la denominazione di un certo dissipatore le definì tridacne, volendo essere ritenute di tanta grandezza, che bisognava morderle tre volte

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