per questo motivo l'opera presentata lo ritrae mentre sta scrivendo una lettera di addio o una poesia, come era in uso tra i letterati e i samurai, di fronte a un pugnale con la lama fasciata, come nel rito del suicidio rituale.
Tutto ciò che lo riguardava fu trattato dai suoi ammiratori quasi come una reliquia. si dice infatti che il barile d'acqua da lui usato in una scena per nascondersi mentre impersonava il personaggio Sukeroku fu venduto all'asta per una cifra molto alta e che una pasticceria avesse creato un dolcetto con pasta di fagioli rossi dalla frolla spaccata, per ricordare le bruciature sul volto di Yosaburō, un altro dei personaggi da lui interpretati.
Per quanto riguarda gli shini-e a lui dedicati, pare che ne furono prodotti un centinaio di versioni diverse a testimonianza della grande popolarità dell'attore. Sulla sinistra di questa stampa compare una poesia