Early Sunday Morning - Edward Hopper

Early Sunday Morning - Edward Hopper

Il pittore trasforma la settima strada in una sorta di luogo metafisico, sebbene egli, in un'intervista del 1962,affermasse che il dipinto fosse: "una traduzione letterale della settima strada"
Domenica di primo mattino - Edward Hopper, 1930 Domenica di primo mattino - Edward Hopper, 1930

Eliminando ogni riferimento alla figura umana, presenta in uno dei disegni preparatori, l'architettura diventa protagonista assoluta. La lunga è infinita teoria di palazzi riempie lo spazio, illuminata dal Sole nascente che allunga le ombre. Il dipinto è definito dalla strada e dalle linee orizzontali che separano i due piani degli edifici, che vengono spezzate dalle finestre nella parte alta, e dalle vetrine dei negozi, dalle insegne e da un idrante nella zona inferiore

La luce del mattino si increspa sulle sporgenze create dalle vetrine, dalle tende dei negozi, dalle finestre, creando giochi di ombra e dando forma a una visione teatrale e irreale della città che si sta svegliando alle prime luci dell'alba.

Si sa che Hopper voleva inserire una figura umana in una delle finestre del secondo piano e l'omissione di tale elemento pone l'accento sull'importanza da lui attribuita all'architettura

Oltre la strada vediamo un edificio a due piani in mattoni che attraversa da un capo all'altro la tela. Una striscia di cielo azzurro si distende sopra il tetto, fermata sulla destra da un riquadro scuro che suggerisce la presenza di un edificio più alto. E' domenica mattina presto. Le ombre sono lunghe. La strada è vuota. La possente spinta orizzontale del marciapiede, del cornicione tra primo e secondo piano e del tetto ci fanno percepire che la strada e l'edificio si estendono ben oltre il campo del dipinto. 

Non importa per quanto si estendano perché, come osservatori, ci poniamo più o meno al centro del quadro, in un punto tra l'idrante e il palo che fa da insegna al negozio di barbiere. Siamo pressoché sicuri che se il quadro si sviluppasse in tutta larghezza ci offrirebbe una mera ripetizione degli elementi con cui abbiamo già familiarizzato. Non c'è alcun senso di sequenza, né reale né implicita, nelle finestre aperte oppure chiuse da imposte, e nemmeno nelle porte nelle vetrine dei negozi. Qui, come in altri Hopper, la città è idealizzata. La gente dorme, non c'è traffico.

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