Cicerone, Filippiche: 02; 21-25

Cicerone, Filippiche: 02; 21-25

Latino: dall'autore Cicerone, opera Filippiche parte 02; 21-25
[21] Accipite nunc, quaeso, non ea, quae ipse in se atque in domesticum dedecus impure et intemperanter, sed quae is nos fortunasque nostras, id est in universam rem publicam, impie ac nefarie fecerit

Ab huius enim scelere omnium malorum principium natum reperietis

Nam cum L Lentulo C Marcello consulibus Kalendis Ianuariis labentem et prope cadentem rem publicam fulcire cuperetis ipsique C Caesari, si sana mente esset, consulere velletis, tum iste venditum atque emancipatum tribunatum consiliis vestris opposuit cervicesque suas ei subiecit securi, qua multi minoribus in peccatis occiderunt

In te, M Antoni, id decrevit senatus, et quidem incolumis nondum tot luminibus extinctis, quod in hostem togatum decerni est solitum more maiorum
[21] Ascoltate ora, vi prego, non tanto i disonori e gli eccessi ai quali costui si abbandonò coprendo di infamia se stesso e la sua famiglia, ma tutte le sue iniquità e scelleratezze a danno nostro e dei nostri beni, cioè dell'intero stato

Infatti nel suo sciagurato comportamento troverete il principio di tutti i nostri mali

Infatti, alle calende di gennaio essendo consoli L Lentulo e C Marcello, voi eravate infiammati dal desiderio di porre un sostegno allo stato instabile e prossimo a cadere, e disposti a prendere dei provvedimenti a favore dello stesso Cesare, se avesse mente sana, allora costui oppose ai vostri provvedimenti la sua autorità di tribuno venduta e asservita, ed espose così la sua testa a quella scure che ha giustiziato molti altri per colpe ben minori

Contro di te, o M Antonio, quando era davvero incolume e non aveva perduto tanti nobilissimi, il senato decretò ciò, che secondo il costume degli antenati è generalmente adottato contro un cittadino nemico dello stato
Et tu apud patres conscriptos contra me dicere ausus es, cum ab hoc ordine ego conservator essem, tu hostis rei publicae iudicatus

Commemoratio illius tui sceleris intermissa est, non memoria deleta

Dum genus hominum, dum populi Romani nomen extabit (quod quidem erit, si per te licebit, sempiternum), tua illa pestifera intercessio nominabitur

Quid cupide a senatu, quid temere fiebat, cum tu unus adulescens universum ordinem decernere de salute rei publicae prohibuisti, neque id semel, sed saepius, neque tu tecum de senatus auctoritate agi passus es

Quid autem agebatur, nisi ne deleri et everti rem publicam funditus velles
E tu hai osato parlare contro di me davanti a questo senato che aveva giudicato me salvatore della patria e te nemico pubblico

Si è solo cessato di far menzione di quel tuo delittuoso comportamento, ma non il ricordo è estinto

Finché esisterà il genere umano, finché esisterà il nome del popolo romano (e ciò, se per te è lecito, sarà in eterno), quel tuo veto delittuoso sarà ricordato

Quale provvedimento fazioso o avventato stava prendendo il senato quando solo tu, un giovane, ponesti il tuo veto alle misure votate all'unanimità da quest'assemblea per la salvezza della patria, e un veto posto da te non una volta soltanto, ma più volte, cui aggiungesti il rifiuto di qualunque trattativa sulla decisione del senato

E poi, a cos'altro si mirava se non a convincerti di risparmiare al nostro paese la totale distruzione il totale sovvertimento
Cum te neque principes civitatis rogando neque maiores natu monendo neque frequens senatus agendo de vendita atque addicta sententia movere potuisset, tum illud multis rebus ante temptatis necessario tibi vulnus inflictum est, quod paucis ante te, quorum incolumis fuit nemo; tum contra te dedit arma hic ordo consulibus reliquisque imperiis et potestatibus; quae non effugisses, nisi te ad arma Caesaris contulisses

[22] Tu, tu, inquam, M Antoni, princeps C Caesari omnia perturbare cupienti causam belli contra patriam inferendi dedisti

Quid enim aliud ille dicebat, quam causam sui dementissimi consilii et facti adferebat, nisi quod intercessio neglecta, ius tribunicium sublatum, circumscriptus a senatu esset Antonius
Quando non poterono smuoverti dalla tua intercessione messa all'asta e aggiudicata ne le preghiere dei più eminenti cittadini, né gli ammonimenti degli anziani, né le deliberazioni prese dalla gran maggioranza del senato; e cosi, dopo aver prima fatto tanti tentativi per venire a un accordo, fu inevitabile infliggerti quel colpo che a pochi altri prima di te era stato assestato, senza possibilità di scampo per nessuno; fu allora che quest'assemblea diede lordine ai consoli e tutte le altre autorità civili e militari a usare le armi contro di te, e tu non saresti riuscito a sfuggire se non fossi corso a metterti sotto la protezione delle armi di Cesare

[22] Tu, tu, Antonio, sei stato il primo a offrire a Cesare, bramoso di un sovvertimento generale, il pretesto per portare guerra alla sua patria

Infatti quale altra cosa egli diceva, quale altro motivo adduceva della sua folle decisione e della sua condotta, se non il disprezzo del veto, la soppressione dei diritti dei tribuni, l'esautoramento di Antonio da parte del senato

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Cicerone, Filippiche: 07; 17-27
Cicerone, Filippiche: 07; 17-27

Latino: dall'autore Cicerone, opera Filippiche parte 07; 17-27

Omitto, quam haec falsa, quam levia, praesertim cum omnino nulla causa iusta cuiquam esse possit contra patriam arma capiendi

Sed nihil de Caesare; tibi certe confitendum est causam perniciosissimi belli in persona tua constitisse

O miserum te, si haec intellegis, miseriorem, si non intellegis hoc litteris mandari, hoc memoriae prodi, huius rei ne posteritatem quidem omnium saeculorum umquam immemorem fore, consules ex Italia expulsos cumque iis Cn Pompeium, quod imperi populi Romani decus ac lumen fuit, omnis consulares, qui per valetudinem exequi cladem illam fugamque potuissent, praetores, praetorios, tribunos pl , magnam partem senatus, omnem subolem iuventutis unoque verbo rem publicam expulsam atque exterminatam suis sedibus

Ut igitur in seminibus est causa arborum et stirpium, sic huius luctuosissimi belli semen tu fuisti
Ometto di sottolineare la falsità, la futilità di questi motivi, tanto più che nessuno potrebbe mai, avere un giusto motivo per prendere le armi contro la patria

Ma riguardo a Cesare nulla di più; sei tu che devi ammettere che il pretesto per una guerra tanto disastrosa lo costituisti tu nella tua veste di magistrato

Te infelice se comprendi, ancora più infelice se non comprendi che è patrimonio della tradizione orale e scritta e che mai sarà dimenticato dai posteri di tutti i secoli futuri che i consoli vennero scacciati dall'Italia e insieme con loro Pompeo, onore e gloria dell'impero romano, tutti gli ex consoli ai quali la salute consenti di accompagnarsi in quella fuga disastrosa, i pretori, gli ex pretori, i tribuni della plebe, gran parte del senato, tutta la gioventù: in una parola la repubblica venne scacciata e bandita dalla propria sede

Come dunque nel seme cè l'origine degli alberi e delle piante, così di questa luttuosissima guerra il seme sei stato tu
Doletis tris exercitus populi Romani interfectos; interfecit Antonius

Desideratis clarissimos civis; eos quoque vobis eripuit Antonius

Auctoritas huius ordinis adflicta est; adflixit Antonius

Omnia denique, quae postea vidimus (quid autem mali non vidimus

), si recte ratiocinabimur, uni accepta referemus Antonio

Ut Helena Troianis, sic iste huic rei publicae [belli] causa pestis atque exitii fuit

Reliquae partes tribunatus principii similes

Omnia perfecit quae senatus salva re publica ne fieri possent providerat

Cuius tamen scelus in scelere cognoscite

[23] Restituebat multos calamitosos

In iis patrui nulla mentio

Si severus, cur non in omnis

Si misericors, cur non in suos
Voi piangete la distruzione di tre eserciti romani; è stato Antonio a sterminarli

Voi sentite la mancanza dei più illustri cittadini; anch'essi è stato Antonio a strapparveli

L'autorità di questa nostra assemblea è stata abbattuta; è stato Antonio ad abbatterla

In conclusione, tutte le sciagure che abbiamo viste in seguito (ma quale sciagura non abbiamo vista

) un esatto ragionamento ce le farà porre in conto soltanto ad Antonio

Come Elena per i Troiani, così costui è stato per il nostro paese la causa della guerra, la causa della distruzione e della rovina

Per quanto riguarda il resto del suo tribunato, esso fu simile al principio

Fece tutte quelle cose che il senato aveva fatto in modo, quando lo stato era ancora sano e salvo, che non potesse verificarsi

Tuttavia conoscete quale scelleratezza commise nel suo scellerato comportamento

[23] Faceva annullare la condanna a molti sventurati

Nessuna menzione tra essi a suo zio

Se severo, perché non esserlo verso tutti

Se clemente, perché non verso i propri parenti

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Cicerone, Filippiche: 02; 36-40
Cicerone, Filippiche: 02; 36-40

Latino: dall'autore Cicerone, opera Filippiche parte 02; 36-40

Sed omitto ceteros; Licinium Denticulum de alea condemnatum, conlusorem suum, restituit; quasi vero ludere cum condemnato non liceret; sed ut, quod in alea perdiderat, beneficio legis dissolveret

Quam attulisti rationem populo Romano, cur in eum restitui oporteret

Absentem, credo, in reos relatum; rem indicta causa iudicatam; nullum fuisse de alea lege iudicium; vi oppressum et armis; postremo, quod de patruo tuo dicebatur, pecunia iudicium esse corruptum

Nihil horum

At vir bonus et re publica dignus

Nihil id quidem ad rem; ego tamen, quoniam condemnatum esse pro nihilo est, ita ignoscerem

Hominem omnium nequissimum, qui non dubitaret vel in foro alea ludere, lege, quae est de alea, condemnatum qui in integrum restituit, is non apertissime studium suum ipse profitetur
Ma ometto gli altri; fece graziare un Licinio Denticola, condannato per gioco d'azzardo e suo compagno di gioco; come se non fosse lecito giocare con un condannato; ma in effetti per poter pagare, grazie alla legge d'amnistia, i debiti di gioco

Quale ragione portasti ai Romani per giustificare l'annullamento della condanna

L 'assenza dell'accusato, immagino, al momento dell'incriminazione; la sentenza emessa senza sentire la difesa; il processo condotto non conformemente alla legge sul gioco d'azzardo; la condanna estorta mediante la violenza armata; per finire, la corruzione dei giudici come si diceva di tuo zio

Nulla di tutte queste cose

Ma un uomo onesto e un bravo cittadino

Ma questo non ha alcuna attinenza; tuttavia io, dal momento che una condanna non conta nulla, così ignorerei

Colui che rende la pienezza dei diritti al peggiore dei furfanti, che non si farebbe scrupolo di giocare d'azzardo perfino nel foro e che è stato condannato in base alla legge vigente sul gioco, non confessa, proprio lui con la massima evidenza la sua passione per il gioco
In eodem vero tribunatu, cum Caesar in Hispaniam proficiscens huic conculcandam Italiam tradidisset, quae fuit eius peragratio itinerum, lustratio municipiorum

Scio me in rebus celebratissimis omnium sermone versari eaque, quae dico dicturusque sum, notiora esse omnibus, qui in Italia tum fuerunt, quam mihi, qui non fui; notabo tamen singulas res, etsi nullo modo poterit oratio mea satis facere vestrae scientiae

Etenim quod umquam in terris tantum flagitium exstitisse auditum est, tantam turpitudinem, tantum dedecus

[24] Vehebatur in essedo tribunus pl; lictores laureati antecedebant, inter quos aperta lectica mima portabatur, quam ex oppidis municipales homines honesti ob viam necessario prodeuntes non noto illo et mimico nomine, sed Volumniam consalutabant
In verità nello stesso anno in cui era tribuno, quando Cesare, partendo per la Spagna, aveva affidato a costui l'Italia perché se la ponesse sotto i piedi, che viaggi si mise a fare, che giri per i municipi

So che sto parlando di cose che sono sulla bocca di tutti e che ciò che dico e che sto per dire è più noto a tutti coloro che allora erano in Italia che non a me, che non c'ero; tuttavia, anche se le mie parole non potranno in nessun modo accontentare voi che ne siete cosi bene al corrente, farò cenno, distinguendole a una a una, delle sue prodezze

E infatti è mai si è avuta notizia nel mondo di tanta infamia, di tanta svergognatezza, di tanto disonore

[24] Il nostro tribuno della plebe si faceva trasportare, preceduto da littori con i fasci ornati d'alloro, in mezzo ai quali era portata in lettiga un'attrice, che gli onorati cittadini dei municipi, che necessariamente uscivano dai loro paesi per andargli incontro, salutavano non già col suo notissimo nome d'arte, ma con quello di Volumnia

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Cicerone, Filippiche: 03; 21-25
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Latino: dall'autore Cicerone, opera Filippiche parte 03; 21-25

Sequebatur raeda cum lenonibus, comites nequissimi; reiecta mater amicam impuri filii tamquam nurum sequebatur

O miserae mulieris fecunditatem calamitosam

Horum flagitiorum iste vestigiis omnia municipia, praefecturas, colonias, totam denique Italiam inpressit

Reliquorum factorum eius, patres conscripti, difficilis est sane reprehensio et lubrica

Versatus in bello est; saturavit se sanguine dissimillimorum sui civium: felix fuit, si potest ulla in scelere esse felicitas

Sed quoniam veteranis cautum esse volumus, quamquam dissimilis est militum causa et tua (illi secuti sunt, tu quaesisti ducem), tamen, ne apud illos me in invidiam voces, nihil de genere belli dicam

Victor e Thessalia Brundisium cum legionibus revertisti

Ibi me non occidisti
Seguiva una carrozza piena di lenoni, i suoi depravatissimi compagni di viaggio; relegata in coda la madre, che seguiva l'amante del suo immorale figlio quasi si trattasse davvero di sua nuora

Che sventura ha portato a questa povera donna la sua fecondità

Sono queste i segni scandalosi impressi da costui in tutti i municipi, le prefetture, le colonie, per farla breve in tutta l'Italia

O senatori, fare la critica delle altre sue azioni, è di certo cosa difficile e rischiosa

Ecco in guerra a soddisfarsi del sangue di concittadini tanto diversi da lui: ed ha avuto fortuna, se ci può essere fortuna quando si compie un delitto

Ma dal momento che è mio proponimento di andare cauto con i veterani, per quanto la posizione dei soldati sia diversa dalla tua (quelli hanno semplicemente seguito il loro comandante, tu sei andato a cercartelo ), tuttavia, perché tu non possa mettermi in cattiva luce presso di loro, non dirò nulla riguardo questa guerra

Tornasti vincitore a Brindisi con le tue legioni dalla Tessaglia

là che non m'hai ucciso
Magnum beneficium

Potuisse enim fateor

Quamquam nemo erat eorum, qui tum tecum fuerunt, qui mihi non censeret parci oportere

Tanta est enim caritas patriae, ut vestris etiam legionibus sanctus essem, quod eam a me servatam esse meminissent

Sed fac id te dedisse mihi, quod non ademisti, meque te habere vitam, quia non a te sit erepta; licuitne mihi per tuas contumelias hoc tuum beneficium sic tueri, ut tuebar, praesertim cum te haec auditurum videres

[25] Venisti Brundisium, in sinum quidem et in complexum tuae mimulae

Quid est

num mentior

Quam miserum est id negare non posse, quod sit turpissimum confiteri

Si te municipiorum non pudebat, ne veterani quidem exercitus
Un grande beneficio

Riconosco infatti che avresti potuto farlo

Per quanto non c'era nessuno tra quelli che ti accompagnavano che non sentisse l'imperativo di risparmiarmi la vita

Infatti è così forte l'amore di patria, che anche dalle vostre legioni ero ritenuto sacro e inviolabile, pochè si ricordavano che era stata opera mia la sua salvezza

Ammettiamo pure, però, che tu mi abbia dato ciò che non mi hai tolto e che io debba a te la mia vita, visto che non me l'hai strappata; sarebbe stato morale che, in seguito alle tue gravi offese, continuassi a esserti grato per questo tuo favore nello stesso modo di prima, tanto più che capivi bene che queste tue infamie non le avrei taciute

[25] Eccoti arrivato a Brindisi, ma per gettarti tra le braccia della tua ballerinetta in un tenero amplesso

Cos'è

Sto forse dicendo il falso

Quanto è penoso non poter negare ciò che è così vergognoso ammettere

Se non provavi vergogna davanti ai cittadini dei municipi, neppure davanti a un esercito di veterani la provavi
Quis enim miles fuit, qui Brundisi illam non viderit

Quis qui nescierit venisse eam tibi tot dierum viam gratulatum

Quis, qui non indoluerit tam sero se, quam nequam hominem secutus esset, cognoscere

Italiae rursus percursatio eadem comite mima, in oppida militum crudelis et misera deductio, in urbe auri, argenti maximeque vini foeda direptio

Accessit, ut Caesare ignaro, cum esset ille Alexandriae, beneficio amicorum eius magister equitum constitueretur

Tum existimavit se suo iure cum Hippia vivere et equos vectigalis Sergio mimo tradere

Tum sibi non hanc, quam nunc male tuetur, sed M Pisonis domum, ubi habitaret, legerat

Quid ego istius decreta, quid rapinas, quid hereditatum possessiones datas, quid ereptas proferam
Che non ci fu un solo soldato a Brindisi che non abbia visto quella

non uno che abbia ignorato il suo viaggio di tanti giorni per venire a farti festa

Non uno che non si sia rammaricato di essersi troppo tardi reso conto di quale spregevole individuo avesse seguito

Di nuovo la tua corsa attraverso l'Italia, sempre accompagnato dalla tua ballerina, nei paesi, acquartieramento di soldati, fonte di penosi atti di crudeltà; in città, una vergognosa razzia di oro, di argento e soprattutto di vino

Si aggiunse che grazie all'interessamento degli amici di Cesare, che era all'oscuro di tutto poiché si trovava ad Alessandria, ottenne la carica di comandante della cavalleria

Allora si ritenne nel suo diritto di vivere con Ippia e di affidare a Sergio, un commediante, l'appalto dei cavalli consegnati allo stato

Si era scelto allora come domicilio non già la casa che occupa adesso con gran difficoltà s, bensì quella di Marco Pisone

Quale necessità c'è di ricordare le sue deliberazioni, le sue ruberie, le proprietà che si fece assegnare in eredità e quelle estorte con la violenza
Cicerone, In Verrem: 02; 04-106-110

Cicerone, Filippiche: 04; 11-14

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 06-10

Cicerone, De Natura deorum: Libro 01; 01-05

Cicerone, In Verrem: 02; 04-91-95

Cicerone, De Inventione: Libro 01; 01-10