La prima fase consiste nell'inserzione del magnesio metallico tra il carbonio e il bromo del bromobenzene, a dare il reattivo di Grignard. Bisogna operare in ambiente perfettamente anidro, poiché il reattivo, molto basico, strapperebbe un protone ad un'eventuale molecola d'acqua e produrrebbe così benzene. Il solvente utilizzato è perciò etere anidro.
Parte 2 : Reazione in situ, sintesi del trifenilcarbinolo
La seconda fase prevede l'attacco nucleofilo del reattivo di Grignard sul carbonile elettrofilo del benzoato di metile: si forma dapprima un intermedio in cui l'anello benzenico è legato al carbonio carbonilico e il gruppo MgBr+ interagisce con l'ossigeno carbonilico, quindi per eliminazione di CH3O- MgBr+ si forma il benzofenone. La reazione prosegue con l'attacco di un altro anello benzenico sul carbonio carbonilico a formare trifenilmetilato. Il composto viene portato a neutralità spegnendo la reazione in acqua e acido, producendo così il trifenilcarbinolo.
Procedimento. Parte 1: Preparazione del bromuro di fenilmagnesio
Si assembla l'apparecchiatura di reazione costituita da un pallone da 250 ml, un raccordo a V, un imbuto gocciolatore, un refrigerante a bolle e due valvole essiccanti. Si inserisce nel pallone un'ancoretta magnetica e un cristallo di iodio e vi si aggiungono, sotto agitazione, la tornitura di Mg e una soluzione di 2.5 ml di bromo benzene in 20 ml di etere. Per favorire l'innesco bisogna spesso scaldare blandamente; l'innesco si manifesta con lo sviluppo di effervescenza, un intorbidimento della soluzione e con un aumento della temperatura che provoca l'ebollizione del solvente. A questo punto, si aggiunge goccia a goccia e sotto agitazione il bromo benzene rimanente disciolto in etere a una velocità tale da consentire un blando ricadere del solvente. Si procede con l'agitazione e con il riscaldamento a bagnomaria (50-60 °C) per circa 20 minuti, in modo da consumare una parte del Mg irreagito.